Al via la raccolta delle mele ma la concorrenza avanza 

La cooperativa di Magré. Cauto ottimismo tra gli agricoltori, ora alle prese con le Gala Quest’anno c’è un calo del 3 per cento. La Polonia potrebbe arrivare a un incremento di 17 punti


Bruno Tonidandel


Magré. Dopo l’avvio pacato dello scorso finesettimana, ora la raccolta delle prime mele della stagione – la varietà Gala – è in pieno svolgimento. Alla cooperativa “Kurmark-Unifrut” di Magré c’è il classico viavai di trattori: i frutticoltori arrivano carichi di mele e se ne vanno dopo poco tempo con un carico di contenitori di plastica vuoti che saranno ben presto riempiti in campagna dai raccoglitori.

Le gelate di fine marzo.

«La qualità è buona, anche se dobbiamo constatare un calo del 3 per cento rispetto alle annate passate», ci dice il nuovo direttore Walter Thaler, che lo scorso gennaio ha preso il posto di Walter Steinegger, il quale dopo svariati anni ha lasciato il Consorzio. «Anche il calibro – soggiunge – avrebbe potuto essere un po’ più consistente, ma probabilmente l’ondata di caldo afoso di fine luglio ha bloccato un po’ la crescita. Invece la ridotta quantità forse è da attribuire alle notti di gelo di fine marzo».

Nulla comunque di preoccupante. La stagione agraria è da considerare favorevole, anche perché non si sono registrate grandinate di rilievo e neppure le cosiddette bombe d’acqua. La Bassa Atesina non teme la siccità in quanto per la maggior parte gli appezzamenti di terreno sono forniti di impianti di irrigazione. L’acqua viene prelevata da pozzi artesiani, da allacciamenti a canali di scolo o fornita dai numerosi consorzi irrigui.

Un freno all’ottimismo.

«Abbiamo previsto – prosegue il direttore della Kurmark-Unifrut – una produzione totale di merce da tavola, esclusa quindi quella che si raccoglie a terra a fine stacco, di 3.800 vagoni (38 mila tonnellate) e auspichiamo anche una soddisfacente resa economica per i nostri soci. In tempi di coronavirus le mele del raccolto 2019 si sono vendute a prezzi discreti e per le Gala esiste un cauto ottimismo. Certo, per quanto riguarda le altre varietà bisognerà aspettare l’autunno e l’evolversi della situazione sanitaria. La crisi economica è in atto, molti sono senza lavoro, altri sono in cassa integrazione, molti hotel stanno ancora aspettando i villeggianti e non si può pretendere che le famiglie a corto di denaro spendano per le mele. Insomma dobbiamo aspettare».

Poi ci sarà da fronteggiare la concorrenza del colosso Polonia, maggior produttore europeo, che dovrebbe raccogliere quest’anno 3,4 milioni di tonnellate di mele con un 17 per cento in più dello scorso anno a fronte delle 912 mila tonnellate dell’Alto Adige con un meno 7 per cento. La produzione nei frutteti della provincia di Bolzano è da registrare la più bassa (con il 2017) di questi ultimi 10 anni, durante i quali il record è stato segnato nel 2014 con quasi 1.200.000 tonnellate.

Aspettative alte.

«Conclusa la raccolta delle Gala – dice ancora Walter Thaler – i frutticoltori si dedicheranno alle Golden, che continuano a registrare un sensibile calo di produzione principalmente per due motivi: per il rinnovo degli impianti specialmente su sollecitazione delle varie cooperative frutticole, pressate a loro volta dalla Vog, e per effetto di una fioritura non ottimale». Ci sono però molte aspettative per le nuove varietà di mele, tutte di colorazione rossa: la “Giga”, la “Red Pop” e la “Cosmic Crisp”.

Dopo Gala e Golden le attenzioni degli agricoltori si concentreranno quindi sulle varietà autunnali, quali Stark, Braeburn, Fuji e via via fino alle ultime, le Pink Lady, le più remunerative, che però si staccano a novembre inoltrato. Insomma la raccolta delle mele va dal caldo afoso di Ferragosto ai primi geli autunnali, se non alla neve.













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