La storia

Astrid: «Ho 44 anni e il mio corpo 55, ma la vita è adesso e non la spreco» 

L'ostetrica Di Bella, nel 2019 la diagnosi di leucemia. «Ho fatto il controllo trimestrale del midollo osseo: è il decimo prelievo. Sono aumentati gli acciacchi e ho avuto un attimo di défaillance: poi ho detto stop e prenotato un volo oltreoceano: parto con mia figlia»


Massimiliano Bona


EGNA. Astrid Di Bella, ex presidente del Collegio delle Ostetriche della provincia di Bolzano, ha sempre fatto (bene) tante cose e non si è mai fermata. Ha dato la vita a oltre 1.500 bambini in 20 anni di carriera, una media di 75 l’anno, una parte dei quali anche a casa. Nell’ottobre 2019 ha scoperto di essere malata e la diagnosi è stata durissima da accettare: leucemia fulminante. Nel febbraio 2020 si era fatta una promessa che ha deciso di mantenere. Fino in fondo. «In passato ho sempre lavorato a ritmi particolarmente sostenuti. Non c’era nessuno ad impormelo e mi piaceva molto. Ma forse, qualche volta, ho trascurato me stessa e i segnali del mio corpo. In futuro non accadrà più».

«Ieri - racconta Astrid - ho fatto il mio controllo trimestrale del midollo osseo. É il decimo prelievo. Dopo il prelievo c’è sempre un colloquio medico che documenta la mia salute e i miei eventuali sintomi o conseguenze della terapia».

Astrid è una persona con un’energia contagiosa. Lo era prima e lo è anche adesso. Ma ha mantenuto anche i piedi ben saldi a terra. «Io mi ritengo molto fortunata. Ho conosciuto persone in quel reparto che ora purtroppo non ci sono più. Io invece entro ogni tre mesi e chiacchiero e rido con il personale e sto bene».

«Oggi devo ammettere di aver avuto un attimo di défaillance. Forse perché è da qualche mese che ho diversi acciacchi. Niente di grave, cose comuni come un’infiammazione della spalla, irregolarità del ciclo mestruale, la mia vista è peggiorata molto, doloretti reumatici alle mani e altro. Ripeto, niente di grave, e anche la dottoressa conferma che tutto è nella norma. Sono quei sintomi tipici di persone un po’ più mature e la malattia e la terapia possono causare un anticipo».

La prima sensazione, dopo il controllo, è stata di sconforto. «In questi casi nel primo momento mi sento triste, vuota. Qualcosa mi ha rubato forse 10 anni della mia vita. Ho 44 anni (dentro mi sento al massimo 33) ma il corpo è a 55».

«All’improvviso mi sono detta STOP: non ha senso pensare così. Chi se ne frega dell’età vera, sentita, corporea, dell’età magari rubata da una malattia. La vita é adesso e non sai mai quando finisce. L’Importante è che adesso io non perda più tempo. E sapete cosa ho imparato negli ultimi anni? Che la più grande ladra del mio tempo sono io stessa: quando mi perdo nei social, quando posticipo un sogno, quando rimugino sul passato e dimentico il presente e il futuro. Sono uscita dall’ospedale, sono andata all’agenzia viaggi e ho prenotato il volo oltreoceano. Marie ed io arriviamo».













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