Beati a Seppi: «Ciclabile rischiosa con bici e auto» 

Il collegamento in zona Cervo. «Per i tecnici la soluzione promiscua va evitata» Il vero problema è l’intersezione di due stradine con la principale che penalizza i residenti


Bruno Canali


Vadena. Alessandro Beati, sindaco di Vadena, ha qualche dubbio in nmerito alla sicurezza di una ciclabile lungo la strada privata in zona "Cervo" a carattere promiscuo.

Il voto.

Il suo consiglio comunale però ha detto sì ad una mozione in tal senso, sia pure con il minimo di voti (7 si, 6 no e 1 astenuto) e quindi acetta il verdetto.

«Due erano però le opzioni - ricorda Beati - quella approvata dalla Comunità comprensoriale Oltradige-Bassa Atesina che prevederebbe la realizzazione a nord dell’attuale strada privata, di una pista ciclabile larga 2,5 metri e quindi quella promiscua, proposta dagli stessi proprietari della stradina Cervo, da allargare fino a 3,5 metri».

I pareri tecnici.

Beati ha anche chiesto due pareri tecnici: a Sergio Finozzi, direttore del serevizio strade Bassa Atesina e all’ingegner Enrico Croce, dell’ufficio provinciale viabilità. «Secondo Finozzi - dice quindi Beati - considerata la diversa velocità di marcia dei flussi di traffico e per garantire la sicurezza dei rispettivi fruitori, sarà da evitare, per quanto possibile, che veicoli a motore, biciclette e pedoni vengano ad interessare le medesime porzioni della carreggiata (soluzioni promiscue)».

L’incrocio ad alto rischio.

Il tema spinoso dell'intera questione riguarda però l'intersezione delle due stradine che dal tratto principale della strada, permettono l'accesso ad alcune abitazioni. Con la soluzione prospettata dalla Comunità comprensoriale - continua il sindaco di Vadena - i residenti sarebbero costretti ad attraversarla ogni qualvolta volessero raggiungere le loro abitazioni o i loro terreni, correndo il rischio di investire i ciclisti in transito. Il parere dei tecnici su questo punto per garantire il massimo della sicurezza, è quello di rendere altamente visibili gli incroci, realizzando dei triangoli ad alta visibilità che permettano di notare l'arrivo di un ciclista almeno da 20 – 25 metri su entrambi i lati e opportuna segnaletica.

La soluzione promiscua, eviterebbe ai residenti l'attraversamento della ciclabile, ma avrebbe lo svantaggio di avere tutto il traffico veicolare, ciclabile e pedonale, completamente su di un'unica strada di 3,5 metri e va tenuto presente anche che i progettisti in primis e l'ente che dovrà rilasciare la concessione edilizia, dovranno agire nel rispetto delle norme vigenti.

Chi paga in caso di incidenti.

Basti pensare che, nella sfortunata ipotesi di un grave incidente stradale che dovesse coinvolgere dei ciclisti, è assolutamente certo che il primo aspetto che i legali andrebbero immediatamente ad esaminare, sarebbe il rispetto delle norme vigenti. È facile ipotizzare che su questo tratto nei periodi di punta come in primavera, potrebbero essere centinaia i ciclisti in transito e occorre garantire a tutti la sicurezza necessaria, ai residenti, ai ciclisti ma anche a tutela futura di chi dovrà progettare, concessionare e realizzare l'opera». Laives, dunque, preme con il vicesindaco Seppi per la soluzione promiscua mentre Vadena continua a frenare.

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