«Bullo» 17enne cacciato da scuola 

L’alunno è stato segnalato alla Procura dei minori per l’episodio di nonnismo nel convitto dell’istituto



VADENA. Novità sull’episodio di bullismo che recentemente è satato segnalato all’Istituto di frutti-viticoltura e giardinaggio del Centro di sperimentazione di Laimburg. Uno dei due responsabili di atti di nonnismo ai danni di uno o due alunni quindicenni è stato cacciato dall’istituto, dopo che il caso è stato segnalato alla Procura dei minori e ai carabinieri della compagnia di Egna dal direttore Paul Mair. Ora il 17enne si trova costretto alla permanenza in casa, l’equivalente degli arresti domiciliari per i maggiorenni.

I fatti si sarebbero verificati una sera di poche settimane fa all’interno di una camerata del convitto annesso alla scuola.

Gli inquirenti avevano osservato che si tratta di fatti «che solo chi ha fatto il militare o frequentato una caserma può comprendere», senza specificare se si sia trattato di lesioni, di violenza o di percosse. Non risultano referti ospedalieri, ma sembra che le vittime non abbiano trovato il coraggio di confessare ai genitori quanto accaduto: saranno anche gli psicologi ad accertare l’entità dell’episodio, sul quale c’è il massimo riserbo per tutelare i giovani studenti.

A raccontare il fatto ai militari dell’Arma è stato un altro studente della scuola, estraneo alla vicenda, forse mosso da un sentimento di giustizia.

Parole di conforto per i genitori e per tutti gli alunni dell’istituto erano giunte dal direttore, che aveva asserito la volontà di tornare quanto prima alla normalità. Una riflessione era giunta dall’assessore provinciale Philipp Achammer, per il quale «la scuola è lo specchio della società e si deve confrontare anche con la violenza. La scuola, da sola, non può evitare tutto ciò. La migliore prevenzione è rappresentata da lezioni che puntano sull’inclusione».

La vicenda di Laimburg, infatti, si inserisce in una serie di casi di bullismo nelle scuole che è diventata tema nazionale di attualità.

Da Lecce a Ferrara, a Firenze, a Lucca - citando solamente gli episodi venuti a galla nelle ultime settimane - si registrano fatti preoccupanti per le condizioni in cui ragazzi e insegnanti vivono tutti i giorni, spesso documentate dagli stessi “bulli” o da compagni di scuola conniventi e diffuse tramite i social.

Certamente, a prescindere dalla natura degli atti accaduti a Laimburg (che appunto sarà ricostruita anche grazie agli psicologi), si tratta di un episodio grave che potrebbe avere conseguenze altrettanto serie sulle vittime e che pone questo come tutti gli istituti oggi di fronte alla questione dell’educazione dei più giovani.

Riprendendo le parole dell’assessore Achammer, un insegnamento che si faccia garante della complessità è il modo migliore per prevenire violenze di ogni tipo e per costruire una scuola inclusiva.

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