il caso

Caldaro, 14 in strada da maggio per un contratto capestro 

Quattro famiglie con bimbi hanno pagato a una società non proprietaria dell’immobile Il legale: «Lavorano tutti e avevano stipulato un accordo di 5 anni. Cercano una nuova casa»


jimmy milanese


CALDARO. Sono ore decisive queste per le famiglie di Laarini Nabil, Ahmed Salim Sulaiman, El Hamri Mohamed e Husein Muhammad Satar. Quattro cittadini extracomunitari perfettamente integrati nel contesto lavorativo e sociale che con le loro famiglie nel corso del 2020 avevano stipulato con una società locale un normale contratto agevolato avente per oggetto quattro appartamenti ad uso abitativo siti a Caldaro.

Quattro famiglie che il 17 maggio prossimo alle 9 saranno obbligate a lasciare le loro abitazioni. Il motivo? L'avere stipulato a loro insaputa – sostengono i quattro uomini - un contratto con una società non proprietaria degli immobili che nel corso del tempo non ha pagato il canone di locazione ai proprietari reali i quali, appunto, ora vogliono riavere la totale disponibilità degli alloggi. E come sub-affittuari, a quanto spiegatoci dal loro legale, per le quattro famiglie non sembrano esserci vie di scampo: se ne devono andare. Quattro famiglie con figli, in alcuni casi anche molto piccoli, delle quali ci eravamo già occupati nel passato ma la cui situazione non è cambiata.

Ora, è il loro legale a scrivere all’Alto Adige per fare il punto su una vicenda che definire paradossale è poco. Infatti, come avevamo già raccontato, confidando nella durata quinquennale del contratto di locazione, le famiglie avevano anche investito nel mobilio proprio per rendere le abitazioni più fruibili, soprattutto per via della presenza di numerosi bambini. «Poiché tutti i miei assistiti lavorano regolarmente da anni, hanno ottenuto anche un contributo sul canone da parte della Provincia Autonoma di Bolzano», esordisce l'avvocato Andrea Sandoli che continua: «I miei clienti hanno pagato puntualmente il canone di locazione sino a quando nel settembre del 2022 venivano notiziati dal legale della società proprietaria dell'immobile che nel maggio del 2022 il Tribunale di Bolzano aveva convalidato lo sfratto di diversi immobili, tra cui quelli da loro condotti, per morosità della società che a loro aveva subaffittato gli appartamenti. L'invito era di liberare gli stessi entro il 31 dicembre scorso».

Un fulmine a ciel sereno per le quattro famiglie che così si sono rivolte a un legale. A quel punto, l'amara scoperta. È ancora il loro avvocato a spiegare nel dettaglio quanto emerso dall'atto di sfratto: «Con stupore le quattro famiglie hanno dovuto prima constatare che la società che aveva loro locato gli immobili non era proprietaria degli stessi, ma risultava semplicemente conduttrice. Quindi, dopo aver approfondito la questione, prendendo contatto anche con il legale della proprietà, mi sono visto costretto a spiegare ai miei clienti che giuridicamente non avevano alcuna tutela legale rispetto a questa poiché dagli atti risultava che non fossero i conduttori, ma subconduttori delle unità abitative. Una situazione che non era evidenziata nel contratto da loro sottoscritto. A questo punto, In quanto subconduttori, le quattro famiglie avrebbero dovuto subire le sorti del conduttore principale, ovvero lasciare gli appartamenti», spiega l'avvocato Sandoli. Con uno sfratto esecutivo per il 17 maggio prossimo alle 9, comprensibile che queste famiglie siano spaventate delle conseguenze che dovranno subire.

L'alternativa per loro sarebbe quella di trovare un appartamento alternativo sul mercato, con tutte le difficoltà del caso. Ancora Sandoli: «A peggiorare la situazione c'è il fatto che la Provincia non concede più il contributo sui canoni di locazione da quando ha appreso che i contratti di locazione sono stati risolti dal Tribunale con effetto dal maggio 2022. Inoltre, i miei clienti in questa circostanza hanno scoperto di non avere i requisiti per accedere ad un alloggio Ipes, atteso che sono residenti in provincia da meno di cinque anni, mentre i servizi sociali non sono in grado di offrire ospitalità alle famiglie garantendo nel contempo l'integrità dei nuclei familiari», chiosa il legale.

Una situazione a dir poco disperata che coinvolge quattro nuclei familiari di origine straniera che lo stesso legale non ha difficoltà a definire: «Persone perfettamente integrate nel contesto locale sia a livello lavorativo che sociale». Insomma, il 17 maggio è alle porte, la speranza è che da qualche parte qualcuno alzi un dito per trovare una soluzione per queste famiglie, e per questi bambini.

 













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