Cassa Rurale di Salorno, nel 2018 utili per 3 milioni 

Un’ottima annata. Il direttore Manfred Huber parla del «miglior risultato degli ultimi 10 anni» Oggi l’assemblea soci: all’ordine del giorno anche la strategia a tutela della solidità patrimoniale


Bruno Tonidandel


Salorno. Con qualche giorno di ritardo rispetto agli altri anni, ma non rispetto al 2018, torna questo pomeriggio, venerdì, alle 17.30, l’assemblea annuale dei soci della Cassa Rurale di Salorno. L’importante appuntamento si svolgerà nel salone del Centro culturale “Karl Anrather” di Magré. All’ordine del giorno l’approvazione del bilancio 2018 e della politica di remunerazione e di incentivazione e il via libera dell’assemblea all’emolumento dei membri del collegio sindacale. Sarà anche l’occasione per tastare il polso dell’andamento economico della Bassa Atesina dopo anni di difficoltà. Ma si parlerà anche del fallimento del progetto di costituzione del grande gruppo bancario altoatesino, sulla falsariga di quello avvenuto nel vicino Trentino, progetto che non era stato accolto con l’entusiasmo dovuto da parte dei vertici di diverse Casse Rurali della provincia, anche perché, se il disegno fosse andato in porto avrebbe un po’ minato l’autonomia delle Raiffeisen. Questa marcia indietro ha sollecitato le Casse rurali dell’Alto Adige a costituire un cosiddetto “Ips – Institutional Protection Scheme”, una sorta di garanzia incrociata a tutela della solidità patrimoniale delle banche aderenti e, come ha sottolineato il presidente della Rurale di Salorno Michele Tessadri, «in chiave di prevenzione delle criticità». Questo organismo dovrebbe vedere la luce entro la fine del corrente anno.

Tornando ai “conti di casa nostra”, balza subito agli occhi il consistente utile netto fatto registrare nell’esercizio 2018, appunto dalla Cassa Rurale di Salorno, grazie a una politica dei rischi prudente: la somma di 3.153.975 euro è considerata dal direttore Manfred Huber il “miglior risultato degli ultimi 10 anni”. Infatti l’utile nel 2016 si assestava su 735.172 euro e quello dell’esercizio successivo su 1.778.000 euro. Un bel balzo in avanti.













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