La grandine massacra 150 ettari di vigne 

Danni fino all’80% delle coltivazioni: per molti agricoltori non ci sarà la vendemmia di Schiava, Merlot e Cabernet 


di Bruno Tonidandel


CALDARO. Una disastrosa grandinata si è abbattuta giovedì sera sui vigneti di Caldaro. L’evento si avvicina un po’, soprattutto per intensità, a quello dello scorso 9 agosto.

Sulla base delle prime, sommarie valutazioni, il danno alle uve si aggira dal 20 all’80%: in pratica, in molti vigneti non ci sarà la vendemmia di Schiava, Merlot e Cabernet. Su tantissimi filari la vite è stata completamente spogliata dalle foglie e i grappoli massacrati dai chicchi di grandine. Il terreno, a coloro che per primi hanno voluto constatare il danno, è apparso come se avesse nevicato e le foglie cadute sono state ammassate dal vento. Un vero e proprio disastro. Disastro acuito soprattutto dal fatto che nessun viticoltore, o quasi, protegge il proprio vigneto con reti antigrandine. In secondo luogo, la copertura assicurativa contro il flagello della tempesta non è molto diffusa.

Ancora non si conosce esattamente la vastità della zona colpita dal furioso temporale che si è abbattuto attorno alle 19 nella zona del lago di Caldaro. Dove ha picchiato più violentemente è stato sui campi che fanno da corona allo specchio d’acqua. Secondo Willi Stürz, enologo della Cantina sociale di Termeno i cui fornitori sono stati solo marginalmente danneggiati dalla grandine, un terzo della superficie vitata di Caldaro è stata interessata all’evento, quindi all’incirca 200 ettari. Di questi 200 ettari, circa 150 sono stati gravemente colpiti dai chicchi di ghiaccio, e in questo caso il danno si aggira intorno al 60, 70, 80%. Secondo Stürz sono le varietà rosse ad aver subito la batosta più grave. Non solo: ci sarà anche da valutare i danni causati alle viti, quindi con riflessi negativi sulla vendemmia del 2019. Un vero e proprio peccato, anche perché quest’anno la produzione di uva lasciava sperare in un raccolto record, almeno dal punto di vista quantitativo.

Ha tirato invece un sospiro di sollievo Stefan Rohregger, enologo della cantina Tiefenbrunner di Niclara. «Fortunatamente – ha detto – noi non siamo stati stati colpiti dalla grandine. Dopo il disastro a Caldaro, il temporale si è spostato verso sud e temevamo il peggio, e invece è andata bene, almeno per questa volta. Lo paragonerei, almeno per l’intensità ma non per l’estensione, al disastroso temporale del 9 agosto dello scorso anno. Speriamo per il prosieguo della stagione. Alla vendemmia mancano all’incirca due mesi e in questo tempo tutto può succedere».

Fra i vigneti della zona massacrata giovedì sera dalla grandine ci sono anche appezzamenti importanti di mele, che ovviamente hanno avuto anche loro un bel danno. Peter Weissensteiner del Consorzio Servizi Cooperative Ortofrutticole non riesce ancora a valutare il danno alle mele interessate dall’evento. «È troppo presto per calcolare l’intensità delle zone colpite. Fra qualche giorno condurremo dei sopralluoghi mirati, in modo da valutare bene il danno subito dai frutteti».















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