La Run for Life quest’anno quintuplica la solidarietà 

Alfred Monsorno. L’instancabile maratoneta di Montagna spiega il piano “anti Covid”: magliette e Cd in vendita per beneficenza Cinque le associazioni al centro dell’attenzione, dopo tanti successi umani e sportivi, a cominciare da quel lontano 1979 a New York


Jimmy Milanese


Montagna. Bancario fino al 1988, poi ha aperto un negozio di sport ad Egna ed è stato anche organizzatore di una serie di maratone altoatesine mentre ora si gode la pensione senza però starsene con le mani in mano. Alfred Monsorno a Egna lo conoscono tutti, non solo per essere stato il primo altoatesino ad aver corso alla maratona di New York nel 1979, ma anche per la sua infinita bontà e disponibilità verso gli altri che lo ha portato ad organizzare le camminate benefiche di Run for Life.

Alfred Monsorno, il primo altoatesino alla maratona di New York. Ce lo spiega?

Avevo 27 anni e decisi di correre alla maratona di new york, dopo avere visto un servizio in tv. lo dissi ai miei genitori i quali mi consigliarono di andare in america con la nave. era il 1979, preciso, prendere un aereo non era cosa da tutti i giorni. alla fine, con un gruppo di amici partimmo in macchina fino a lussemburgo, poi in aereo fino in islanda con atterraggio a new york: la mia prima volta nella grande mela e il mio primo viaggio in aereo.

Una partenza improvvisata o si è preparato per la maratona?

No, no, abbiamo fatto un duro periodo di preparazione assieme a toni risch, già campione italiano di maratona. era il nostro preparatore in un’epoca nella quale i materiali erano più modesti rispetto a oggi. per dire, si correva quasi con le scarpe da ginnastica che utilizzavi per andare in giro. nel finesettimana allenamenti a montagna o a monticolo, nei boschi, e la sera cena a pane e formaggio.

Il maratoneta di Montagna a New York...

Eh già! un impatto incredibile. new york era tutto un altro mondo e alla maratona partecipavano 14 mila concorrenti provenienti da tutto il mondo. siamo partiti con il primo gruppo e alla fine grazie alla preparazione altoatesina sono arrivato 52esimo: primo tra gli italiani. lungo tutto il percorso facevano il tifo per noi circa due milioni di persone. lo ricordo ancora, alla fine fermai il cronometro sul 2.26.16 ma è sul rettilineo dell’arrivo che provai le più grandi emozioni.

Ce le racconti.

Al mio arrivo lo speaker iniziò ad annunciare il mio nome, spiegando che ero il primo italiano al traguardo della maratona di new york del 1979. new york in quegli anni parlava italiano, quindi si può immaginare l’accoglienza che mi tributò. il giorno dopo andammo alle torri gemelle, un tassista napoletano ci fermò e con grande stupore mi riconobbe, proprio per via di quello speaker il giorno prima. un ricordo indelebile, anche se dopo quella edizione sono tornato solo nel 2019, questa volta per correre con i miei figli e a scopo benefico. in tutto nella mia vita ho corso 30 maratone in città come roma, francoforte, berlino e mosca.

Correva quei 42.195 chilometri solo per passione?

Sì e no, perché nel frattempo lavoravo in banca e successivamente nel mio negozio di egna. nel 1986 alla maratona di chicago feci il record provinciale con il tempo di 2.19.22, mentre adesso viaggerei sulle quattro ore, ma ho quasi settant’anni anche se tre volte alla settimana vado a correre.

Oggi corre per beneficenza: come mai?

Perché quel 19 luglio del 1985 mi salvai per miracolo. dovevo andare a tesero per la solita consegna di lavoro, ma per un impegno casuale alla fine non ci andai e proprio quel giorno alle 12.25 i bacini di decantazione di stava crollarono portandosi dietro la vita di 268 persone. da lì è iniziato un lungo periodo di riflessione che mi ha portato a sviluppare una sensibilità diversa.

Una sensibilità verso?

Volevo ringraziare – e non so nemmeno chi – per avermi salvato la vita. conoscevo tante persone che stavano peggio di me: persone con disabilità, invalide o economicamente in stato precario. mi sono domandato come avrei potuto aiutarle qui in alto adige, dove la povertà esiste ma magari è nascosta o si nasconde per vergogna.

In che modo?

Cinque anni fa ho tirato fuori il progetto run for life. cerco di mettere assieme persone disponibili ad aiutare il prossimo. io faccio da coordinatore ma loro sono la vera anima della manifestazione. quest’anno, ad esempio, speriamo di poter svolgere la quinta edizione della run for life, cioè la corsa/camminata benefica nel centro storico di egna. con una offerta di 15 euro si può comprare una maglietta targata run for life e il ricavato viene devoluto per progetti benefici gestiti da cinque associazioni altoatesine che sono associazione alzheimer, associazione rheuma, associazione mamazone, poi un gruppo di associazioni a favore delle cure palliative e il sorriso, che si occupa di assistere i bambini con sindrome di down.

Finora come è andata?

Negli anni abbiamo raccolto sempre belle cifre, ma non è solo questo il nostro scopo. ci piace pensare che il grande numero di volontari dietro alla manifestazione aiuti a far parlare di queste associazioni che operano sul nostro territorio a scopo benefico. e che magari si riesca a sensibilizzare la popolazione verso chi ha la sfortuna di non essere nato dalla parte fortunata della strada.

Nella speranza che il Covid se ne vada, cosa ci aspetta per la camminata di quest’anno?

Come detto, quest’anno il 4 settembre a egna organizzeremo la quinta edizione della run for life e per l’occasione abbiamo in programma di incidere un disco commemorativo. barbara zanetti si è offerta di scrivere una canzone che entrerà nel disco posto in offerta libera nella speranza di raccogliere quanti più fondi possibili a favore delle associazioni benefiche che seguiamo. venderemo anche magliette e altri gadget come contorno alla camminata benefica che per la passione e generosità dei nostri concittadini non avrà nulla da invidiare alla maratona di new york.













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