la tragedia

Massimo Covi, il dolore della famiglia e dei colleghi

Il dirigente d’azienda della Würth era atteso dalla moglie a Malga Cislon. Colpito da un malore mentre era in sella della sua Mtb


di Massimiliano Bona


BRONZOLO. La bici, assieme allo sci, era una delle grandi passioni di Massimo Covi, dirigente d’azienda della Würth di 52 anni, che a Pasquetta aveva deciso di raggiungere Malga Cislon sulla sua amata mountain bike. Un tragitto che conosceva bene e su cui si era sempre trovato a suo agio. La moglie Laura lo stava aspettando in quota per un pranzo in compagnia, in un giorno di festa, che si è trasformato in tragedia. La notizia è stata un fulmine a ciel sereno anche per i due figli, Matteo di 19 anni e Michele di 20. Sconvolti anche i colleghi di lavoro.

Massimo lavorava per l’azienda della Bassa Atesina dal 20 marzo 1991 ed era diventato il responsabile della divisione “Promotion line”. Attualmente guidava un team di sedici persone. Anche il fratello Filippo Covi è di Bolzano e lavora per il gruppo Würth (alla consociata Unifix di Terlano). Il racconto del figlio Matteo. «Papà - racconta il secondogenito - era in buone condizioni fisiche. Si sottoponeva a controlli medici di routine e amava tanto la bici quanto gli sci.

Lunedì aveva deciso di salire da solo alla malga ma a un certo punto deve aver accusato qualche problema. Una coppia di germanici lo ha notato in difficoltà e gli ha chiesto se avesse bisogno di aiuto. Ha spiegato di essere affaticato e si è appoggiato a un muretto. Uno dei due turisti è anche un infermiere e lo ha assistito da subito. Nel frattempo un volontario della Croce Rossa ha recuperato un defibrillatore a Trodena e hanno cercato anche di rianimarlo per parecchi minuti».

Massimo avrebbe dovuto raggiungere la moglie Laura alle 12.30 alla malga ma non è mai arrivato. «Una conoscente ha informato la mamma - prosegue il figlio Matteo - che c’era stato un incidente in bici lungo la strada ma non avremmo mai pensato che potesse essere accaduta una cosa simile. Siamo dell’idea che a questo punto sia superflua anche l’autopsia: purtroppo non ci aiuterebbe ad averlo indietro». I colleghi: «Era preparato e positivo. Non sgarrava e amava gli Iron Maiden». La morte di Max Covi ha sconvolto anche i colleghi di reparto, che guidava con passione ed energia. «Massimo era una figura estremamente positiva - racconta Roberto Cavosi - che non sgarrava davvero mai. Abbiamo affrontato assieme molte sfide lavorative e anche se qualcosa non riusciva perfettamente sapeva risollevarsi con lo spirito giusto. Fisicamente era in forma: alto, magro e sportivo. L’unico eccesso, se così si può dire, era la sua passione per la musica metal e gli Iron Maiden per cui lo prendevo bonariamente in giro. Ci mancherà moltissimo». Gli fa eco il compagno di reparto Efrem Clauser, anche lui profondamente colpito da questa prematura scomparsa. «Ho sempre associato Max alla sua grande energia e vitalità. Gli piaceva lavorare in gruppo e affrontava le sfide con il giusto approccio. Lo ricorderemo non solo come un collega preparato ma anche come un amico corretto, leale e sincero. Siamo vicini alla sua famiglia». Norman Atz, responsabile marketing e comunicazione della Würth, ha condiviso con lui giornate splendide anche al di fuori del lavoro. «Ci siamo frequentati anche quando avevamo i figli piccoli e abbiamo condiviso anche diverse uscite in bicicletta. Max era allenato ma non voleva mai “forzare” o “strappare”. Sapeva gustarsi ogni singola uscita e godere il paesaggio e il momento. Tra l’altro a malga Cislon era già stato altre volte e quindi conosceva alla perfezione anche quella salita. La sua morte è stata una doccia fredda e come amici e colleghi non possiamo che stringerci attorno alla famiglia. Massimo lascia un vuoto che sarà difficile colmare». A ricordarlo è il suo “team” al completo: Daniele Corini, Andrea Puviani, Marco Pin, Matteo Giunchi, Luca Giuliano, Gabriel Sonato, Marco Feola, Deborah Marcantonio, Silvia Riccitelli, Giulia Odorizzi, Marta Chierchia, Jessica Rinaldi, Antonio Tripodi, Enrico Dotto, Tobias Silbernagl, Marco Basso, Efrem Clauser, Maura De Luca, Dafne Tomaselli e Marina Boscaro.













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