il caso

Piscine, in Bassa Atesina è emergenza bagnini

I gestori lanciano l’allarme: «È stata dura trovare gente, ora corriamo ai ripari». La stagione estiva si è chiusa con un bilancio record in tutti gli impianti: «Tornati ai numeri pre pandemia»


Daniele Bebber


BASSA ATESINA. Le belle giornate trascorse a crogiolarsi al sole, e anche a nuotare, all’interno dei lidi della Bassa Atesina, purtroppo sono ormai tramontate da un pezzo, a braccetto con l’estate, e come accade ogni anno in questo periodo i gestori di queste “nicchie” di tranquillità e spensieratezza stanno già macinando qualche idea in vista della prossima stagione. Certo, trattasi di mesi piuttosto lontani, scorrendo le pagine del calendario, ma viste le difficoltà che si riscontrano, in questi ultimi anni, nel reperire il personale necessario a far funzionare per il meglio l’intera filiera, non è mai troppo presto.

Si è avuto modo di toccare con mano quella che è ormai una vera emergenza durante questi mesi estivi, nei lidi di Salorno e di Egna, anche se il problema ha origini ancora più distanti. E così gli imprenditori sono costretti a correre ai ripari mettendosi a caccia di bagnini, e non solo, con largo anticipo. «Si inizia presto a cercare il personale, ma soprattutto è importante cercare persone corrette» afferma Verena Steinegger, che gestisce il lido di Egna e che quest’anno ha chiuso la stagione estiva con una quota di ingressi superiore alle 70.000 persone. «Gestisco il lido da undici anni - aggiunge - e adesso sono già alla ricerca del personale per il prossimo anno. Attualmente ho otto bagnini, di cui cinque sono stabili alle mie dipendenze da circa quattro anni».

«Avevo tre bagnini storici, poi ho trovato uno studente all’ultimo momento, per mia fortuna. Per quanto riguarda le cameriere, invece, una è “storica”, c’è sempre stata, mentre altre due ragazze, come me, in inverno diventano maestre di sci. Diciamo che me la sono cavata grazie alle amicizie», rivela Luca Lechtahler, gestore del lido di Salorno. Anch’esso con alle spalle una stagione da più di 20.000 fruitori.

I due lidi della Bassa Atesina - e lo stesso accade anche nelle piscine di Caldaro e Termeno - attirano non solo bagnanti altoatesini, della Bassa Atesina e degli immediati dintorni (anche dalla città di Bolzano), ma anche fruitori che provengono dal Trentino, soprattutto dalla vicina Piana Rotaliana, dall’Alta Val di Non (in prevalenza) e pure da Trento.

I numeri registrati quest’anno sono quasi da record. Insomma, una stagione che sembra aver riportato l’orologio del tempo a una situazione similare a ciò che si registrava prima del Covid: «Siamo tornati ai numeri precedenti la pandemia». Ben altra cosa rispetto a un anno fa. «L’anno scorso si era partiti un po’ in sordina, all’inizio di giugno, e andando avanti c’erano comunque diverse limitazioni cui dovevamo fare fronte», commenta Lechtahler.

Anche il rovente meteo estivo, se da un lato è stato il principale artefice di numerose complicanze e primo fautore di segnali ambientali importanti, guardando al bicchiere mezzo pieno ha concesso a queste attività un deciso sollievo economico, che fa ben sperare anche per il prossimo anno. Recuperare il terreno perduto per colpa della pandemia, comunque, richiederà ancora molta fatica.

 













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