EGNA. Un improvviso dietrofront del Comune di Egna – che un paio di anni fa aveva approvato una delibera con la quale dava il proprio consenso di massima alla realizzazione di un capannone da parte della società San Floriano nell’area dove si estrae la ghiaia – è all’origine del ricorso notificato al Comune nell’ultima decade di ottobre. La realizzazione del manufatto, spiega la società, è del tutto slegata dall’ampliamento della cava, sul quale c’era stata una raccolta di firme da parte dei residenti, contrari ad ogni ulteriore forma di attività. «Il Comune - spiega l’avvocato Igor Janes - ha annullato una sua precedente delibera in autotutela, dopo aver dato un iniziale via libera anche in commissione edilizia. In questo modo non ha concluso l’iter attendendo i vari pareri provinciali, ma non ci ha nemmeno informati dell’improvviso dietrofront. Di qui la decisione della San Floriano Srl di aprire un contenzioso. Abbiamo scoperto tutto quasi per caso, il che non depone certo a favore dell’amministrazione. È stata disattesa, tra l’altro, una decisione di Piano».

Secondo la società ricorrente non c’è, in buona sostanza, una motivazione plausibile per questo improvviso cambio di direzione.

La notifica del ricorso dinanzi al Tribunale di giustizia amministrativa, sezione di Bolzano, è stata discussa nel corso dell’ultima seduta di giunta che ha deciso, ovviamente, di resistere in giudizio per far valere le sue ragioni.

Il Comune di Egna non dispone tra l’altro di un proprio ufficio legale e tra i dipendenti - si legge in delibera - non c’è nessun avvocato. Di qui la decisione di incaricare un legale di fiducia specializzato, appunto, in questioni amministratica.

La scelta è caduta su Manfred Schullian dello studio legale Schullian & Senoner & Partner. La vicenda appare piuttosto complessa e il Comune, per la sua difesa, ha già accantonato 7.295 euro.

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