«Tram-treno per Bolzano, progetto solo da ritoccare»
Appiano e Caldaro avanti tutta. Da Ponte Adige sui binari fino alla stazione del capoluogo «Basta cambiare la tensione, esempi virtuosi a Nantes e Düsseldorf. A gennaio tracciato nel Puc»
Appiano. Il secco «no» dei bolzanini al tram, paradossalmente, potrebbe diventare un vantaggio per Appiano e Caldaro. I due Comuni dell’Oltradige hanno incontrato nei giorni scorsi l’ingegnere svizzero Willy Hüsler, esperto di mobilità, incaricato di indicare il tracciato ideale da inserire nel Puc da Caldaro fino a Ponte Adige. Poi, per far arrivare il tram-treno (si chiama proprio così) alla stazione di Bolzano basterebbe sfruttare i binari della ferrovia già esistenti. E così i 40 milioni che Bolzano rischia di perdere potrebbero finire nel progetto ecosostenibile di Appiano e Caldaro.
Il sindaco Wilfried Trettl, a riguardo, è ottimista.
Sindaco, il progetto del tram a Bolzano è affondato in un mare di no. Sarà così anche per voi?
«No, al contrario. Questo è il vantaggio di aver portato avanti due iniziative separate».
Tanto è vero che avete incontrato il «vostro» esperto di mobilità, lo svizzero Hüsler. Qual è la strategia?
«È chiarissima. Andremo avanti con il tram-treno fino a Ponte Adige, dopodichè - cambiando semplicemente la tensione - si potrà proseguire direttamente per la stazione di Bolzano. Naturalmente dobbiamo ancora fare qualche verifica in tal senso ma la strada è stata tracciata».
Ma ci sono già esempi concreti in Europa del tram-treno?
«Certo che sì. Stiamo parlando di una soluzione collaudata, Penso ad esempio a Nantes o a Mulhausen in Francia, oppure a Düsseldorf in Germania. Non c’è nulla da inventare».
Avete già definito il tracciato e le aree da espropriare?
«Nell’ultimo incontro, alla presenza anche dei colleghi di Caldaro, ne abbiamo parlato diffusamente ma ci troveremo a gennaio con Hüsler per arrivare al dunque. Diciamo che è solo una questione di tempo e di dettagli».
Quale sarà il passo successivo?
«L’inserimento del tracciato nei piani urbanistici di Appiano e Caldaro. Poi potremo procedere anche agli espropri dei tratti di terreno interessati».
Meglio, tutto sommato, che a Bolzano sia finita così...
«Secondo me un errore, o meglio due errori, a Bolzano sono stati fatti...».
Siamo curiosi, quali?
«Il primo è stato quello di non coinvolgere minimamente Appiano e Caldaro. Qui c’è molta voglia di tram e di mobilità alternativa e forse i nostri concittadini - nel caso di un referendum intercomunale - avrebbero anche potuto capovolgere l’esito del voto».
E il secondo?
«Sui finanziamenti. Con un progetto unico anche la spesa sarebbe stata più bassa. Noi, visto che una parte dei fondi è già disponibile, non molliamo la presa».
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