CALDARO. Piovevano grossi come ciliegie i chicchi di grandine a massacrare le colture nelle campagne a nord del Lago di Caldaro, l’altra sera poco dopo le 19. I danni sono ingentissimi e per le viti, compromessa la prossima vendemmia, ci sarà sicuramente un sensibile calo di produzione anche per il 2019. Ne è sicuro Reinhard Dissertori, presidente del Bauernbund, l’associazione che raggruppa gli agricoltori del distretto della Bassa Atesina e dell’Oltradige: “Posso dirlo di persona perché anch’io sono stato seriamente danneggiato dalla tempesta dell’altra sera. Proprio nella zona dove si è abbattuto il furioso temporale, ho degli appezzamenti di viti ed è stata una desolazione constatare il disastro, come pergole spogliate dalle foglie, grappoli spappolati e anche tralci lesionati dalla furia dei chicchi e del vento: un lavoro di mesi svanito nel nulla in poco meno di mezz’ora. Avevamo terminato i lavori più pressanti nel vigneto, come la sistemazione dei tralci e lo spoglio delle foglie per liberare i grappoli. Anche gli interventi fitosanitari si sarebbero diradati fino alla vendemmia prevista per settembre. Tutto inutile – dice sconsolato Dissertori - Penso che il danno nella mia campagna oscillerà fra il 60/70%; senza contare i riflessi negativi per la prossima annata”.

Anche per il presidente del Bauernbund della Bassa Atesina non ci sono rimedi contro la grandine per i vigneti: “Se le mele si possono proteggere con le reti, per le viti è quasi impossibile ed è per questo che pochi le usano. Anche la polizza antigrandine per l’uva non è conveniente”.

Nei prossimi giorni si saprà con maggior precisione l’entità del disastro. Mele danneggiate anche nelle campagne di Ora. Perché il violento temporale dell’altra sera, dopo aver lesionato Caldaro, si è spostato verso sud-est interessando appunto i frutteti di Ora anche se la furia degli eventi qui non è risultata così violenta.