le indagini

Bimba in rianimazione, scagionata l’acqua di Malga Coredo

Le analisi dell’Azienda sanitaria: il ceppo del batterio che ha colpito la piccola (che aveva mangiato formaggio in malga) è diverso dai batteri presenti nell’acqua



TRENTO. Non sono emersi legami tra l'infezione di Escherichia coli, che ha causato una sindrome emolitico-uremica (Seu) ad una bambina di 5 anni ricoverata in rianimazione a Padova, e l'acqua di Malga Coredo, in val di Non.

L’Azienda sanitaria ha comunicato per via verbale gli esiti delle analisi alla sindaca di Predaia Giuliana Cova.

La bimba si era sentita male dopo avere mangiato un pezzo di formaggio fresco prodotto in malga. Da qui i primi malesseri e poi il peggioramento delle condizioni, tanto da essere ricoverata a Padova nel reparto di Rianimazione.

Gli inquirenti sono al lavoro per cercare di capire come siano andate le cose. I carabinieri del Nas hanno proceduto al sequestro di 450 tome di formaggio semi stagionato e un quantitativo minimo di burro.

Nel frattempo la sindaca del Comune di Predaia aveva firmato un’ordinanza per l’interdizione dell’utilizzo ai fini potabili dell’acqua derivata dalla sorgente Presa Malga che presentava una qualità non conforme ai requisiti di potabilità.

Le analisi effettuate hanno però rilevato che i batteri presenti nell’acqua non sarebbero compatibili con il ceppo che ha fatto gravemente ammalare la bambina.

In via preventiva il 31 luglio la sindaca di Predaia ha emesso un'ordinanza di bollitura dell'acqua per usi alimentari in tutta la frazione di Vervò dopo la segnalazione di alcuni casi di dissenteria.

 













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