Edilizia sociale

Bolzano: per Andriollo il settore pubblico deve costruire più case

Emergenza per la complicata accessibilità, i prezzi dei terreni e il mercato in continuo rialzo 



BOLZANO. «La casa sta diventando una bomba sociale. Di più: lo è già diventata». Intende, Juri Andriollo, la sua sempre più complicata accessibilità, i prezzi dei terreni, il mercato che non da segni di flessione. E, neppure - questo lo snodo in negativo - il fatto che l'aumento dell'offerta non offra spunti per immaginare un suo possibile riequilibrio. In questa prospettiva l'assessore al sociale, che costituisce l'osservatorio avanzato dell'emergenza esistenziale e non più solo economica di tanti, dice: «La questione adesso non è ormai più dove costruire nuove case ma chi». Traduzione: ci stiamo concentrando sulla ricerca di nuove aree quando invece la prospettiva "salvifica" è stabilire chi vi costruirà.

E se continueranno a costruirvi solo i privati - che giustamente devono procurare profitto dai loro investimenti - ma finanche pure l'Ipes, difficilmente si potrà rispondere ai bisogni dei meno attrezzati. Perché, pur modulando la presenza imprenditoriale sui possibili nuovi terreni in prospettiva, e anche concedendoli all'Ipes restano due problemi: il primo sono i prezzi del mercato mai in discesa negli ultimi decenni "nonostante" la nascita dei nuovi quartieri (Firmian, Casanova, Druso Ovest); il secondo riguarda il fatto che gli alloggi sociali oggi in campo devono sottostare a precise norme in fatto di accessibilità delle fasce di reddito e scontano le lunghe liste d'attesa (come raccontano anche gli ultimi episodi di impiegati in attesa da un decennio...).

Dunque? «Deve scendere in campo il pubblico costruendo case da riservare esclusivamente agli affitti - rilancia Andriollo - e deve farlo con un proprio piano specifico, al di fuori degli schemi fino ad ora delineati. Chi sta a cavallo dei più poveri e del ceto medio non potrà mai comperare casa ormai, visti i prezzi bolzanini, ma neppure permettersi affitti di mercato». L'offensiva anche politica che si sta preparando è così mirata a predisporre un grande piano di intervento pubblico su alloggi da destinare alla locazione. E solo all'affitto.

L'assessore prende ad esempio il "piano Fanfani". Si trattò di una discesa in campo dello Stato italiano, tra il 1943 e il '63, ed ideato appunto dall'allora ministro del lavoro Dc, per realizzare edilizia residenziale pubblica su tutto il territorio italiano. Fatti i debiti distinguo visto il contesto autonomistico e gli anni trascorsi, ecco che, secondo Andriollo che si prepara a proporre su vari tavoli l'idea, la riesumazione di quello schema di intervento pubblico diretto sarebbe l'unica soluzione vista l'emergenza in atto.

Anche per la ragione che la carenza di alloggi dell'Italia pre boom è ormai paragonabile, in termini di difficoltà anche delle classi medie di permettersi un alloggio, a quella che si sta configurando soprattutto a Bolzano. Ed è infatti nel capoluogo e nei suoi dintorni che dovrebbe attuarsi il piano perché è qui, più che sul territorio, che la questione sociale si è fatta esplosiva. E aumenta di intensità anno dopo anno nonostante aperture su fazzoletti edificabili, ma sempre fuori dallo schema pubblico. P.CA.













Altre notizie

Attualità