È nata Amata, prima di 60 cuccioli di lama altoatesino

Grigia, con occhiali neri, non si stacca da mamma Allegra I piccoli sono richiesti in tutta Europa, sono dolci e affettuosi


di Alan Conti


COLLALBO. Galline, cavalli e…lama. O alpaca, secondo i gusti. Questo animale particolare è ormai principe incontrastato di una porzione di Soprabolzano, costellata da pascoli, che circonda il maso Kaserhof. La bellezza di 138 esemplari attirano ormai da anni curiosi, bambini e adulti per vedere da vicino un animale insolito, tanto curioso quanto diffidente. Da qualche giorno, però, la gita si arricchisce di un particolare in più perché è venuta alla luce la piccola Amata, la prima cucciola di lama dell’annata. E come qualsiasi cucciolo che si rispetti non poteva che essere bellissima.

Grigia con gli occhiali neri e una spruzzata di bianco il frugoletto guarda con simpatia quelle strane bestie umane che la visitano, ma non si allontana mai troppo dalla mamma. Allegra il nome della madre, Amata quella della figlia: un inno all’ottimismo per la famiglia Mair che per prima ha aperto a questi animali le porte altoatesine e italiane.

Bene, come Amata ne aspettano altri sessanta quest’anno. «Sì – ride Walter Mair – Amata è solo la prima dell’annata che già si presenta come ottima. D’altronde siamo un allevamento ed è normale sia così. Certo, ogni nascita è un’emozione e quando arriva il primo cucciolo anche di più».

Da profani scopriamo che si tratta di un lama e non di un alpaca. Una domanda, tra l’altro, che pongono (quasi) tutti i visitatori. Tanto profani, quanto realmente interessati a saperne di più.

«Il lama è più grande e con le orecchie a banana mentre gli alpaca sono più piccoli con le orecchie appuntite».

Ci perdoni signor Mair, ma cosa se ne fa di sessanta nuovi arrivi?

«In parte li teniamo e in parte li vendiamo. Il mercato si è molto ampliato e abbiamo clienti anche in Alto Adige: gli ultimi sono tre esemplari finiti al lago di Monticolo. Altrimenti arriviamo nel nord Europa, ma anche Bergamo, Alessandria, Sicilia, Calabria e molta Inghilterra. C’è che li utilizza per attività turistiche e chi li sceglie come animale domestico».

Scusi? Come un cane?

«Sì, esatto. È proprio così. Chiaramente parliamo di persone con appezzamenti di terra però è così».

Poniamo che io mi voglia portare a casa Amata, quando devo sborsare?

«Ci sono vari fattori da considerare. Un lama, di norma, parte dai 2.000 euro in sù».

Questo animale, poi, è famoso per il suo sputo ma in realtà è un gesto che compiono solo in stato d’allarme: difficile accada nella tranquillità del loro recinto. Meglio, comunque, non stuzzicare.

Lei è da 24 anni allevatore di cavalli arabi e da 18 ha scoperto lama e alpaca. Un amore viscerale, certo, ma anche il fiuto per un investimento importante?

«Ricordo che ero all’estero per vedere uno stallone quando ho incontrato un allevatore con dei lama. Mi piacevano, ero curioso e ne ho comprati due. Mi sono accorto di quanto fossero belli e utili: posso tranquillamente dire che senza di loro non ci sarebbe il Kaserhof».

Come si guadagna con questi animali?

«Ci sono vari modi. Dalla vendita diretta alle escursioni passando per la lana che è di ottima qualità».

Ma c’è un utilizzo particolare per la lana dei lama?

«Diciamo che noi facciamo la tosatura e poi mandiamo la materia prima in Austria e Toscana dove la lavorano trasformandola in vari prodotti»

Quali, ad esempio?

«I copriletto, inparticolare, sono molto morbidi e azzerano qualsiasi problema di allergia».

In Italia, intanto, l’attenzione del settore comincia ad essere alta: a settembre al Kaserhof si terrà una mostra internazionale e il primo premio interamente italiano. Il 7 giugno, invece, porte aperte al maso. Per quel giorno Amata avrà tanti amichetti da presentare.

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