A piedi sui binari: paura per i migranti

A Oltrisarco seguono il tracciato accanto ai treni che sfrecciano e cercano di nascondersi sui “merci”, il rischio è enorme


di Alan Conti


BOLZANO. A pochi centimetri da un treno che sfreccia, nel buio della notte e persino in galleria. Il fenomeno dei migranti in transito per l’Alto Adige registra un nuovo pericolo che sta impegnando molto la polizia ferroviaria e che è, per sua stessa natura, difficilissimo da controllare. Sono sempre di più, infatti, i profughi che camminano lungo i binari della ferrovia tra Bolzano e Innsbruck, preferibilmente di notte. In questo modo evitano di perdere l’orientamento e possono tentare di salire sui treni merci che viaggiano di notte. Poche fermate e meno controlli. «È un atteggiamento molto rischioso - spiega Mario Deriu, segretario provinciale del sindacato di polizia Siulp - perché difficilmente controllabile. La sera sbucano di colpo: sono fantasmi durante il giorno e compaiono di notte. Alla stazione di Bolzano cercano di salire sui treni merci quando partono. Parliamo di convogli che hanno tra le venti e le quaranta carrozze. La polizia ferroviaria cerca di fermarli, ma non può controllare tutto. La tragedia è dietro l’angolo». Soprattutto d’inverno. «Provano a salire sui camion trasportati su rotaia, ma sono vestiti poco e male per queste temperature. Mettono a rischio la loro vita. C’è anche chi segue il tracciato dentro le gallerie: basta un solo treno per travolgerli. Purtroppo pochi giorni fa in territorio austriaco un profugo è stato investito». Gente che ha un obiettivo e che non si ferma di fronte al pericolo. Diverse persone sono state fotografate ad Oltrisarco, altre cercano di dormire nell’androne dei condomini vicini alla Camera di Commercio aspettando il treno giusto. «Ci sono colleghi che hanno persino proposto di eliminare per un periodo la sosta dei treni merci a Bolzano. L’emergenza c’è ed è seria». Solo l’altra sera una decina di siriani è riuscita ad arrivare al Brennero, ma è stata fermata e fatta salire su un treno in direzione sud. «Siamo la valvola di sfogo di una politica dell’immigrazione totalmente assente. Rimandiamo indietro queste persone, ma indietro dove? Semplicemente aspettiamo che trovino una via alternativa per raggiungere i Paesi del nord. Magari proprio su un treno merci».

«Ricordate quando l’Austria sospese i trattati di Schengen e Bressanone mise a disposizione due palestre?» chiede Roberto Defant di Volontarius. «Rimasero sostanzialmente vuote. Per queste persone allontanarsi dalla stazione e dai binari rappresenta un pericolo molto concreto di interrompere il sogno migratorio. Oggi a Bolzano non arrivano più 150 persone al giorno come l’anno scorso, ma rimane il grande timore di allontanarsi dalla stazione».

A seguire il fenomeno, seppur con competenze differenti nella sua gestione, è Nazario Zambaldi del progetto Binario 1 della Caritas. «Non dimentichiamoci che parliamo di persone che sono disorientate e vivono un’emergenza. È questo sentimento che li porta ad affrontare certi pericoli».

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