Accompagnatori, Cai e Sat a confronto

Grande partecipazione al congresso organizzato a Salorno. Affrontate anche le responsabilità penali


di Francesco Cattani


SALORNO. Grande successo in termini di partecipazione alla dodicesima edizione del Congresso degli accompagnatori di escursionismo di Cai Alto Adige e Sat sl palazzo An der Lan di Salorno. Ha fatto gli onori di casa Giordano Girardi, presidente della sezione Cai ospitante, che ha ringraziato le oltre cento persone presenti. La parte introduttiva è stata curata da Domenico Sighel, membro del direttivo Sat e dai presidenti delle Commissioni escursionismo dei due club, Sergio Gelmini per la Sat e Cesare Cucinato per il Cai. Con l’ occasione sono stati consegnati i diplomi agli allievi che quest’anno hanno superato l’ambito esame di Accompagnatore sezionale (Ase).

Marco Gramola, presidente della commissione storica della Sat, ha presentato «Guerra bianca Carè Alto - Cavento 1915-1918... per non dimenticare». Le slide hanno illustrato i movimenti delle truppe italiane e austriache e i ritrovamenti nel Cavento (gruppo dell’Adamello) dovuti al ritiro dei ghiacciai: cannoni, teleferiche, resti di caduti, ma anche gallerie scavate dai soldati per ripararsi dal freddo e dai nemici. Filippo Cecconi, della Scuola provinciale di escursionismo del Cai, ha poi trattato le responsabilità, anche penali, dell'accompagnamento in montagna. Un dato su cui riflettere: secondo il Soccorso Alpino, l’ 80% degli infortuni in montagna non riguarda soci Cai. Il numero di infortuni cala drasticamente quando le gite sono organizzate direttamente dal Cai: il club, lo scorso anno, con le sue 876 sezioni, ha mosso circa 438 mila persone e si sono verificati solo 14 infortuni.

Cecconi ha illustrato, poi, la differenza giuridica tra il semplice "accompagnamento" e l’"affidamento", ovvero quando l’accompagnato dichiara la propria incapacità di proseguire autonomamente, chiede aiuto e una persona accetta di aiutarlo. Anche la preparazione dei singoli gioca un ruolo nell’attribuzione di responsabilità tra il “capogita”, la sezione Cai che ha affidato l’incarico e il singolo partecipante: un “titolato Ae o Ase” (accompagnatore esperto o accompagnatore di sezione), dovrà fare i conti con un giudizio più grave perché si presume abbia le doti richieste di conoscenza del territorio, delle norme edei regolamenti, oltre a conoscenza ecologica e senso di responsabilità. Sono stati poi illustrati vari casi pratici di “colpa” giuridica del capogita: per negligenza (in caso di forte maltempo o previsioni avverse, decide di proseguire), imprudenza (accetta che persone prive di attrezzatura affrontino una via dura), imperizia (errato posizionamento di una corda fissa) o mancanza di conoscenza delle norme. L’ unica ricetta per evitare incidenti è la prudenza: avvisare i meno esperti dei possibili pericoli (anche la semplice presenza di sassi bagnati sotto le foglie), valutare se tutti sono adeguatamente equipaggiati e chiedere alle persone più’ esperte di “dare un’occhiata” ai neofiti.

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