Accordo fra i sindaci dell'Alto AdigePiù soldi destinati ai comuni italiani

La protesta degli undici sindaci più penalizzata dalla riforma relativa alla distribuzione dei fondi destinati ai comuni ha sortito i primi effetti. Il presidente del Consorzio dei Comuni Arnold Schuler: «In queste settimane ci sono stati diversi incontri e abbiamo individuato alcuni correttivi. Ora ripresenteremo la nostra proposta»



BOLZANO. La protesta degli undici sindaci più penalizzata dalla riforma relativa alla distribuzione dei fondi destinati ai comuni ha sortito i primi effetti. Lo stesso sindaco di Bolzano Luigi Spagnolli l’altro giorno è tornato alla carica: «Condividiamo l’idea che i finanziamenti ai comuni vengano determinati in base a parametri anche diversi rispetto alla sola popolazione, ma ci sono aspetti ancora da chiarire». Qualche passo in avanti è stato fatto, assicura il presidente del Consorzio dei Comuni Arnold Schuler: «In queste settimane ci sono stati diversi incontri e abbiamo individuato alcuni correttivi. Ora ripresenteremo la nostra proposta». Tra i correttivi ce n’è uno in particolare che dovrebbe accontentare gran parte dei sindaci che avevano contestato il ricalcolo deciso dal Consorzio dei Comuni. È lo stesso Schuler ad annunciarlo: «I comuni in cui c’è una forte consistenza dei due gruppi linguistici hanno spese superiori perché i loro servizi devono essere offerti a entrambi i gruppi. Questo significa che i costi sono maggiori ed è un elemento che va considerato». Ci sono ad esempio comuni dove il gruppo linguistico italiano è quasi inconsistente e per questo non esiste una scuola di lingua italiana. Altri, generalmente quelli più grandi, hanno invece scuole elementari per entrambi i gruppi linguistici: questo comporta una maggiore spesa innanzitutto a livello di infrastrutture, poi di gestione e infine di personale. A sollevare la questione era stato per primo il sindaco di Salorno Giorgio Giacomozzi, uno di quelli che col sistema di calcolo previsto originariamente avrebbe subito i tagli più consistenti: «Tra gli undici comuni penalizzati, ci sono quasi tutti quelli italiani». Più che la questione etnica, veniva evidenziata proprio la necessità di avere doppie strutture. Ora il Consorzio dei comuni sembra voler recepire questo elemento, che favorirebbe, tra gli altri, centri come Bolzano, Merano, Laives, Bronzolo, Bressanone, Brunico e gran parte dei paesi della Bassa Atesina. In questo modo si accontenterebbero quasi tutti i sindaci che avevano firmato la lettera di protesta indirizzata a Schuler.
 Aggiunge il presidente del Consorzio dei Comuni che nella parte “politica” della riforma troverà spazio anche il metodo di compartecipazione dei Comuni al business dell’energia: da una parte ci sono i dividendi derivanti dalla partecipazione alla Sel, dall’altra il tesoretto a disposizione dei comuni rivieraschi a cui le società che si sono aggiudicate le varie concessioni (in primis, Sel) hanno assicurato finanziamenti per centinaia di milioni sotto forma di investimenti ambientali. «La trattativa - afferma Schuler - sta procedendo bene. Attraverso la Selfin stiamo elaborando alcuni modelli di calcolo per vedere come organizzarci al meglio».
 Con più soldi a disposizione, i Comuni sarebbero disposti ad assumersi anche nuove competenze: «Ma in questo caso - sottolinea Schuler - diventa fondamentale dare più autonomia ai Comuni, in particolare per quanto riguarda la divisione del bilancio tra spese correnti e spese per investimenti».













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