Admiral, il Comune rescinde il contratto

Il sindaco Spagnolli: poco accorto il funzionario che diede in affitto i locali alla sala giochi


Davide Pasquali


BOLZANO. Il sindaco ha dato incarico all'avvocatura municipale di sondare il terreno: se non risulterà eccessivamente oneroso, si rescinderà il contratto di affitto con l'Admiral Club, il mini casinò nei locali posti sotto la stazione corriere, concessi alla Adria Gaming di Rimini. «I funzionari sono stati poco accorti», dice Spagnolli. L'impressione è che in Comune la mano destra non sappia cosa combini la sinistra, in particolare quando si tratta di grandi sale giochi. Da una parte l'assessorato Randi, la commissione attività sociali e lo stesso consiglio comunale combattono a spada tratta la proliferazione di strutture destinate al gioco d'azzardo legalizzato. Si organizzano corsi di sensibilizzazione per il personale di sala, si pubblicano e si distribuiscono materiali informativi per limitare i danni del gioco d'azzardo compulsivo. Si invita la Provincia a varare norme più restrittive per tutelare scuole, asili, impianti sportivi, luoghi sensibili di vario genere. Per tenere alla larga giovani e meno giovani dalla ludopatia. Dall'altra parte, in maniera che si può definire per lo meno incoerente, in Comune si concedono a velocità elevatissima i nulla osta edilizi e urbanistici per le nuove strutture, come successo nel caso dell'ex Masetti, denunciato dal Pdl nei giorni scorsi. Per il Comune - Ripartizione urbanistica - nulla ostava. E il via libera è giunto in un solo giorno. «Il funzionario - spiega ora il sindaco Spagnolli - si è trovato per la prima volta alle prese con un caso simile e forse ha agito un po' troppo d'impulso. Ora abbiamo avviato delle verifiche interne per capire cosa sia successo davvero». Comunque sia, siccome nulla ostava, intanto la Provincia ha concesso la licenza e la sala videolottery verrà aperta a breve. Il sindaco ha sì minacciato un ricorso al Tar, «a 360 gradi», ma la frittata ormai è fatta. E il funzionario rischia di trasformarsi in un capro espiatorio, anche se in realtà le responsabilità sono anche politiche, perché nessuno nei mesi scorsi ha tentato di premere sulla Provincia affinché approvasse una norma ad hoc (che poi è stata effettivamente approvata, a dicembre, poco dopo la concessione della licenza). Si sapeva da mesi della prevista apertura della sala in via Resia. Più associazioni avevano tentato di subentrare all'ex Masetti. Nessuno, in municipio, ha mosso un dito. Il Comune però ha combinato un pasticcio a ben vedere ancora peggiore, perché non solo ha concesso le varie autorizzazioni urbanistiche ed edilizie alla più grande sala Videolottery della regione, ma perché questa struttura potesse aprire ha pensato bene di concedere in affitto i locali di sua proprietà sotto la stazione delle autocorriere di via Perathoner. Un tempo là sotto c'era l'epico Auri bar, la mecca del biliardo e di chi faceva «blaun». Il locale ha aperto i battenti il 26 novembre 2010: 450 metri quadri, 70 videolottery, 15 dipendenti. Una sala di successo, aperta dalle 7 all'1, con guardia giurata all'entrata. Dentro c'è sempre almeno una dozzina di persone che gioca. Tutto il giorno. I dipendenti e la Adria Gaming hanno partecipato con entusiasmo ai corsi di sensibilizzazione contro il gioco d'azzardo compulsivo. «Il locale funziona molto bene e non ha mai dato problemi di sicurezza o ordine pubblico», dice il procuratore della società, Livio Cellini, che cade dalle nuvole al sentire delle intenzioni del sindaco. Che, convinto, a un anno dall'apertura dice: «Il funzionario in quel caso è stato poco accorto. Se non ci costerà troppo, rescinderemo il contratto prima della scadenza nel 2015». Adria Gaming è già pronta a mettere in campo uno stuolo di avvocati? «Ovvio», risponde Cellini.













Altre notizie

Attualità