Aeroporto affondato Il 70 per cento dice no

Kompatscher: «Rifarei il referendum, tenere lo scalo così non aveva senso» La pista non sarà allungata e la Provincia cederà il 100% delle quote di Abd


di Massimiliano Bona


BOLZANO. È finita l’era del finanziamento pubblico all’aeroporto di Bolzano. Gli altoatesini, accorsi in massa alle urne (46,7%, più che al ballottaggio per Bolzano) si sono pronunciati in modo inequivocabile: 70,6 per cento per il «no» e 29,4% per il «sì». Il piano di rilancio dello scalo voluto da Arno Kompatscher è stato sostenuto solo da due Comuni su 116 (Corvara e Selva Gardena), prova evidente che l’attuale governatore ha pagato dazio per la cattiva gestione dell’annosa querelle sull’ampliamento dello scalo portata avanti dal suo predecessore, che con la mediazione (costata oltre 250 mila euro) aveva solo esacerbato gli animi facendo diventare la questione ideologica. Nei prossimi giorni la Provincia formalizzerà la sua uscita da Abd (Airport Bolzano Dolomiti), di cui detiene il 100% delle quote, liquiderà la società e la concessione aeroportuale passerà all’Enac. Nei prossimi mesi sarà indetto un bando europeo per capire se ci sono imprenditori interessati a gestire lo scalo, ma senza fondi pubblici.

«Rifarei il referendum». Mentre fuori da Palazzo Widmann suonavano i clacson delle auto del comitato «No Airport» (Kompatscher ha ironizzato dicendo “non credo sia per gli Europei” ndr) il governatore ha ribadito che il referendum era l’unica soluzione possibile. «Mi sono speso molto per questa consultazione e sicuramente la rifarei. Lo avevo promesso anche in campagna elettorale. In passato la gestione dello scalo non è stata coronata dal successo sperato e pertanto avevo solo due alternative: un nuovo progetto di sviluppo o l'uscita di scena della mano pubblica. Ogni altra soluzione avrebbe comportato uno spreco di denaro». Kompatscher ha assicurato che rispetterà l’esito del voto: «Gli altoatesini sono andati a votare numerosi e si sono espressi in modo chiaro e netto per lo stop al finanziamento pubblico. A noi, come amministratori, non resta che prendere atto di questa volontà».

Contrari tutti i Comprensori. Non si può nemmeno dire che il voto sia stato a macchia di leopardo o che ci sia una parte di provincia «pro» aeroporto e una contro. Tutti i Comprensori hanno bocciato nettamente lo scalo: l’Oltradige e la Bassa Atesina con l’83,7 per cento, la Venosta con il 77,7%, l’Alta val d’Isarco con l’80,8%, la Pusteria con il 72%, il Burgraviato con il 67,1%, Salto-Sciliar e la val d’Isarco con il 66,5%. Contro anche le città più grandi: Bolzano 65,3%, Bressanone 63,8%, Brunico 72,1%, Merano con il 58,2 e Laives addirittura con l’82,9%.

La pista non sarà allungata. La giunta provinciale ha assicurato ieri che il successo del «no» comporta non solo lo stop ad ogni ulteriore discussione in Consiglio del disegno di legge sull'aeroporto, ma anche ad ogni ampliamento della pista di decollo ed atterraggio. «Sia per quanto riguarda i 30 metri ulteriori previsti dal progetto di sviluppo - ha spiegato Kompatscher - sia per quanto riguarda i 138 metri già approvati».

Una penale da pagare. La Provincia - attraverso Abd - aveva già assegnato i lavori di prolungamento della pista alla Wipptaler Bau per poco meno di cinque milioni di euro. Ora il mancato rispetto del contratto firmato con l’azienda dell’Alta val d’Isarco comporta il pagamento di una penale, che il presidente Kompatscher ha quantificato «in circa 3-400 mila euro». Di sicuro, dunque, il contratto non sarà onorato.

Non sarà fatta la «Via». La giunta ha confermato ieri di non essere più intenzionata a fare la valutazione di impatto ambientale, che sarebbe servita solo in caso di ampliamento dello scalo. «La Provincia continuerà a monitorare l'aeroporto - ha detto l’assessore Richard Theiner - indipendentemente da chi in futuro lo gestirà, mentre la valutazione dell’impatto ambientale del progetto di sviluppo non verrà ovviamente più effettuata».

Lo spauracchio dei privati. Nessuno, tra gli esponenti del fronte del «no», se la sente di ipotizzare - almeno per ora - l’ingresso dei privati nella gestione. «Se anche dovesse avvenire - sottolinea il presidente del Dachverband Klauspeter Dissinger - la Provincia sarebbe chiamata comunque a vigilare. Siamo peraltro consapevoli che un privato presenterebbe immediatamente una richiesta per allungare la pista».

Per il «sì» una campagna senz’anima. Kompatscher, nel 2015, aveva detto «di non temere il voto degli altoatesini, anche sull’aeroporto». In realtà il governatore, pur mettendoci la faccia, non è riuscito a convincere i contrari che avere un aeroporto non significa solo «far volare pochi privilegiati». Certo, ora la Provincia non spenderà più un euro, ma sul futuro dello scalo le nubi restano.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità