Aeroporto, sarà un bando «su misura»

Kofler (Abd): «Giusto tenere conto delle tre proposte». Entusiasti i 26 dipendenti. La Provincia: ripresa entro il 2018


di Massimiliano Bona


BOLZANO. «Mi aspettavo che si facesse avanti qualche candidato in più (compresi russi e argentini che hanno sondato la situazione nei mesi scorsi ndr) ma il fatto che ci siano tre proposte concrete per far ripartire lo scalo è motivo di soddisfazione per i 26 dipendenti che nell’ultimo anno, dopo il referendum, hanno tenuto duro, in attesa di questa fase»: a parlare è Astrid Kofler, presidente di Abd, la società di gestione dell’aeroporto, che ha iniziato a lavorare nell’agosto 2016, probabilmente nel momento peggiore, quando il morale del personale dell’aeroporto era sotto i tacchi.

«Sono convinta che la Provincia terrà conto delle indicazioni contenute nelle tre proposte (avanzate da Sad, Camera di Commercio e Josef Gostner ndr) in modo da favorire, per quanto possibile, il rilancio dello scalo». È difficile dire se alla fine si opterà per un affitto d’azienda o per una cessione delle quote di Abd che oggi non valgono - come ha sottolineato l’advisor incaricato dalla Provincia - più di 4-5 milioni (fino al 2016 si parlava di 35-40 milioni).

«L’indagine di mercato - precisa Kofler - non è vincolante e pertanto al bando di gara europeo potrebbero presentarsi altri competitor, oltre ai tre che hanno manifestato interesse».

L’impressione generale è che la Provincia – dopo essersi messa alle spalle i mesi più duri, ovvero quelli subito dopo il referendum del giugno 2016 (terminato con uno schiacciante 70 a 30 a favore del fronte del no) – ora sia intenzionata a mettere il turbo.

Nelle prossime due settimane saranno sentiti i tre interessati al rilancio dello scalo - che potrebbero anche decidere di unire le forze presentando un’unica proposta - e subito dopo, non prima di un mese, sarà pubblicato un bando europeo. Di sicuro il presidente della Provincia Arno Kompatscher andrebbe volentieri alle urne, nell’ottobre 2018, con un aeroporto a pieno regime o quasi. Due voli al giorno per Roma sono «il minimo sindacale», ma c’è chi chiede (da subito) una seconda rotta verso Nord, con la Germania in cima alla lista delle preferenze. Di sicuro, la partita è ancora apertissima. Fra i contrari c’è il sindaco di Laives Christian Bianchi, pronto a fare il «cane da guardia» per evitare che venga speso anche un solo euro di denaro pubblico per il rilancio dello scalo, in linea con quello che prevedeva il quesito referendario. «A mio modo di vedere, la Camera di Commercio di Bolzano, che è finanziata anche dalla Provincia, non può e non deve essere un soggetto gestore dell’aeroporto, visti gli impegni assunti dalla Provincia all’indomani del voto popolare. Non si può far entrare dalla finestra quello che si è buttato fuori dalla porta. In tal senso chiedo a tutte le persone coinvolte la massima garanzia in tal senso».

Di sicuro lo scalo di San Giacomo non diventerà un parco pubblico, come qualcuno – fra i Verdi – aveva auspicato all’indomani del referendum.

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