Al distretto di Don Bosco il centralino non risponde

Della Ratta: da un mese il telefono è sempre occupato, mattina e pomeriggio Utenti anziani costretti a recarsi di persona negli uffici per chiedere informazioni


di Davide Pasquali


BOLZANO. Avete bisogno di cambiare il medico di famiglia? Volete sapere come si fa a chiedere il rimborso per i tali medicinali o il tale esame o la tale operazione? Volete sapere come fare per chiedere un servizio di accompagnamento per un anziano che si è rotto un femore? Teoricamente, si potrebbe telefonare, ma in realtà non funziona. Da diverse settimane.

Da un mesetto infatti il centralino segna occupato, a qualsiasi ora si telefoni. È il telefono del distretto sanitario di Don Bosco. Dopo i continui e pesanti disguidi al centralino del centro unico di prenotazione dell’Asl unica, adesso il problema si riverbera anche nei rioni. La denuncia arriva dal consigliere comunale Claudio Della Ratta: «Da un mese a Don Bosco non risponde nessuno. Se non si è in grado di far funzionare il servizio, lo si chiuda, ma non si prendano in giro i cittadini».

Per sensibilizzare sull’argomento, il consigliere Della Ratta nella giornata di ieri ha scritto una lettera all’assessore provinciale alla sanità Martha Stocker.

«Nell’ambito della qualità dei servizi prestati ai cittadini - scrive il consigliere - volevo segnalare che se qualcuno avesse necessità di contattare il distretto sanitario di Don Bosco anche solo per un breve quesito, è impossibilitato a farlo».

Il numero presente nella rubrica telefonica, 0471 541010, «risulta sempre occupato». Questo accade da almeno un mese – sia la mattina che il pomeriggio – «e il pomeriggio faccio notare che non è previsto il servizio fisico all’utenza».

Probabilmente, prosegue Della Ratta, «il centralino è staccato, mentre al numero del coordinatore 0471 541020 (in qualsiasi azienda se il responsabile è assente risponde un incaricato), pur squillando libero, non risponde nessuno».

Della Ratta invita l’assessore Stocker «a provare di persona, ed a perdere alcune ore in diversi momenti della giornata, o della settimana in questo caso, per cercare di contattare senza riscontro un servizio pubblico e per capire il senso di impotenza e forse di frustrazione che proviamo noi semplici utenti finali».

In questo modo «si costringono gli utenti, spesso anziani, a recarsi fisicamente allo sportello, sottoponendosi ad una lunga fila, per chiedere magari un’informazione di un secondo (e poi talvolta ritornare con la documentazione nel caso prevista)». Lo sportello, conclude il consigliere Della Ratta, «dovrebbe occuparsi solo o in prevalenza di gestire le pratiche in entrata o che comunque necessitano di un approfondimento o una consegna materiale, per le quali è “giustificata” la presenza fisica e la conseguente attesa in fila».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità