Alfreider: da Monaco a Fortezza in un’ora

Il deputato: «Il Trentino? Ha informato poco e tardi». La promessa: «Con i fondi europei miglioreremo le tratte d’accesso»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. «Paure e dubbi vengono alimentati solo se si hanno poche informazioni. Questo spiega perché in Alto Adige, fatta salva qualche eccezione, il Bbt è percepito in modo profondamente diverso rispetto al vicino Trentino»: Daniel Alfreider, deputato Svp, è anche a capo del gruppo interparlamentare "Amici del Bbt" e crede profondamente in quest’opera. I timori, anche sulle tratte d'accesso, sono vicini allo zero. «Lunedì sera sono stato in val d'Isarco a parlare con i sindaci interessati dal passaggio della tratta Fortezza - Ponte Gardena, che hanno fatto tante domande e richieste ma sanno bene che faremo tutto il possibile per inserire le loro proposte migliorative. In Trentino l'Osservatorio ambientale, che da noi esiste dal 2004, é stato aperto da un anno. Ciò spiega perché la discussione - oltre Salorno - non avvenga ancora sul piano tecnico ma su quello emozionale».

In Bassa Atesina, però, non sembrano tutti convinti...

«Anche lì abbiamo due scelte: dire aprioristicamente di no, come sta facendo qualche Comune, ma sono casi isolati, o cercare di migliorare il tracciato con proposte mirate».

E come si fa a venire incontro alle esigenze dei Comuni sulle tratte d'accesso?

«La prossima partita é quella sui finanziamenti. Per ora le tratte d'accesso, compresa quella della Bassa, è considerata solo di interesse nazionale e prevede un co-finanziamento europeo del 10 per cento, mentre noi - assieme ai ministri di Italia, Austria e Germania - stiamo lavorando per elevarle al rango di tratte di rilevanza internazionale. E ciò comporterà co-finanziamenti dal 30 al 40 per cento. Ciò significa che dovremo essere pronti per il bando 2016: alla prossima "call" arriveremo uniti e preparati"».

Ma che vantaggi concreti avrà la Bassa Atesina, oggi scettica?

«Con più soldi dall'Europa, e parliamo di miliardi e non di milioni, potremo potenziare tutto il corridoio, tratte d'accesso comprese. Con il contributo dei sindaci».

Altrimenti?

«Altrimenti possiamo stare qui a protestare. Ci sono molte altre regioni italiane che non vedono l'ora di ottenere investimenti infrastrutturali con fondi europei. Fare un passo indietro adesso che siamo un modello e non più un progetto pilota sarebbe un gravissimo errore».

Già, ma le falde acquifere?

«Con più fondi saranno più tutelate. Prenderemo tutti gli accorgimenti necessari».

E la circonvallazione di Bolzano?

«È altrettanto strategica. Serve per una città di oltre 100 mila abitanti. Anche per questo confido che Trento e Rovereto non facciano un passo indietro. Con il ministro Delrio, e i suoi omologhi di Austria e Germania, ci stiamo occupando di tutto il corridoio, da Monaco a Verona».

L'atteggiamento della Provincia di Bolzano ha agevolato il progetto rendendolo più comprensibile alla gente comune?

«Si, molto, perché c'è stato un approccio urbanistico-strategico, ben compreso anche dai cittadini. Che hanno apprezzato la nostra visione per una mobilità moderna, transeuropea ed ecosostenibile».

Cosa significa, per gli altoatesini, portare l'alta velocità tra Monaco e Fortezza?

«Significa che, grazie al Bbt, in futuro per coprire il tratto tra Monaco e Fortezza servirà poco più di un'ora. L'Alto Adige, finalmente, sarà più accessibile. Attraverso i nuovi collegamenti ferroviari si creerà una nuova mobilità sostenibile lungo il corridoio alpino».

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