All’Eurac piove dal tetto: muffa e infiltrazioni nella sede Hi-tech 

La sede di via Druso. La parte nuova dell’edificio continua ad avere problemi: contenitori in uffici e in biblioteca per raccogliere l’acqua che scende dal soffitto. I ricercatori: «Qui ci cade tutto sulla testa». Bando per il risanamento


Paolo Campostrini


Bolzano. In questi giorni all'Eurac guardano il cielo con particolare attenzione. No, non è per via degli astri come si potrebbe immaginare per un istituto di ricerca: è per il tetto. Se piove sono dolori. E qualche volta anche se non piove. E se si gira per i corridoi, tra contrafforti d'acciaio e pareti di cristallo, si vedono delle inedite bacinelle colorate a protezione dei pavimenti in parquet, come accade nelle vecchie case col tetto che non tiene più. In effetti, all'Eurac non tiene. «Prima o poi ci arriverà sulla testa qualche calcinaccio» dice preoccupata una ricercatrice. Un'altra guarda con soddisfazione i contenitori di plastica arancione che ha “arrangiato” in questi giorni, scovandoli in qualche deposito: «Fortuna che li abbiamo trovati. Sono giorni che piove dentro. Il soffitto perde acqua che fa impressione». In effetti è impregnato di pioggia. E l'Eurac si trova a passare dalla ricerca applicata e dalla biologia molecolare al più prosaico problema di come tamponare la falla. Dalle stelle alle stalle. «E più prosaico delle bacinelle cosa c'è...» dice sorridendo uno studioso di linguistica. Cosa è accaduto? «C'è un problema nell'area della biblioteca - conferma Stephan Ortner, il direttore dell'istituto - lo abbiamo visto da tempo». E da tempo sono corsi ai ripari. Come? «Beh, abbiamo subito avvertito la Provincia». Che è il dominus della situazione. Ma le cose, con la burocrazia, hanno i tempi che hanno. E quindi c'è stata la richiesta, poi la verifica da parte dei tecnici, infine la discussione su come eseguire i lavori di riparazione. E su questo si è perduto un po' di tempo, in effetti. «Non proprio perduto - commenta Ortner - perché si è cercato di capire quale poteva essere la strategia d'attacco al problema. Meglio metterci un poco di più ma andare al nodo. E risolverlo».

Così, la notizia è che la Provincia ha già emesso il bando dopo aver definito il progetto per la risistemazione del tetto in questione. Ci vorrà tempo ma alla fine l'acqua dovrebbe smettere di arrivare fino al pavimento. Naturalmente, tutti sperano che non si ripetano i giorni di pioggia fittissima che hanno caratterizzato questa estate. Mentre resta, al fondo, una considerazione. In effetti, un edificio così moderno (è stato inaugurato nel 2002), anche esteticamente rivoluzionario, che ha trovato le giunte connessioni con la parte vecchia dell'Eurac, quell'immobile razionalista, costruito negli anni '30 accanto a ponte Druso dal regime, non ha avuto molta fortuna in termini di tenuta complessiva. Bello, luminoso ma che, ad esempio, costringe gli impiegati a abbassare le veneziane d'estate per evitare il surriscaldamento delle superfici. E poi, qualche anno fa, il cedimento di alcune pareti di cristallo nella facciata verso il fiume, che ha costretto la Provincia a sborsare parecchi soldi per ripristinarle. In conclusione: mentre le vecchie pareti e i tetti modernisti tengono che è un piacere, è nella parte contemporanea che, ogni tanto, si verifica qualche intoppo. Ora, col bando e le ultime verifiche, il tetto dovrebbe tornare a posto. Intanto le bacinelle restano al loro posto, non si sa mai.













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