All’ex Grosexport emerge la storia
Archeologi al lavoro nel cantiere per il ritrovamento di reperti risalenti al 1300-1000 avanti Cristo
LAIVES. Ci vuole un occhio allenato per individuare, nell'ambito di uno scavo industriale o edilizio, gli elementi inequivocabili che sagnalano nel sottosuolo la presenza di qualche reperto archeologico. Ad ogni modo, laddove si scava per un nuovo cantiere, lì arriva puntuale anche Alberto Alberti, archeologo di Laives che opera per conto dell'Ufficio beni archeologici dell Provincia, diretto da Catrin Marzoli. Attualmente lo si incontra nel grande scavo in centro città, dove un tempo si trovava il magazzino Grosexport, insieme ad alcuni operatori che stanno effettuando uno scavo preliminare su un'ampia superficie che potrebbe riservare qualche sorpresa.
Ne è convinto Alberti, che spiega come sono andate le cose. «Anche questa volta, tutto è iniziato in seguito a normali controlli di routine in cantiere - dice - fin da quando è stata completata la demolizione del vecchio magazzino. A un certo punto dello sbancamento abbiamo iniziato a vedere parte di uno strato carbonioso, dove si rintracciava qualche piccolo coccio, a una profondità di circa 5 metri, coccio che si potrebbe far risalire all'Età del bronzo recente o Età del ferro, vale a dire fra i 1300 e i 1000 anni avanti Cristo. La singolarità di questo sepcifico sito è che risulta abbastanza profondo rispetto alla norma e poi che è coperto da materiale argilloso e sabbia, invece che da ghiaia e terra, come nel caso di altre capanne retiche venute alla luce in passato qui a Laives. Una prima ipotesi potrebbe essere che si tratti di un antichissimo strato agricolo, ma è ancora prematuro stabilire con esattezza cosa sia. Vista anche la profondità e il fatto che sia in piano invece che in pendenza, potrebbe far pensare anche a qualche cosa di più antico e sarebbe veramente molto interessante per Laives».
Queste insomma le prime ipotesi, perchè il sondaggio è soltanto all'inizio e quindi potrebbe riservare ulteriori sorprese sul passato remoto di Laives. Certo è invece che poco distante da dove si sta scavando, verso valle, negli anni Novanta venne trovato un piccolo angolo con molti cocci rotti in loco e ossa bruciate; è quindi evidente che potrebbe esserci un collegamento tra quei reperti e ciò che si sta cercando di mettere in luce attualmente all'interno del cantiere dell'ex Grosselli 1, anche perchè sembrerebbe che l'area “da reperti” sia abbastanza estesa.
Il lavoro degli archeologi va dunque avanti e poi verrà fotografato prima di chiudere definitivamente. Tutto dipenderà comunque da ciò che emergerà con questo nuovo scavo archeologico in pieno centro città, scavo che potrebbe aggiungere un ulteriore tassello alla storia più antica della città di Laives.
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