Alla “spaghettata” una microarea per trenta Sinti 

Bolzano. Presentato ieri in giunta comunale il progetto per la riqualificazione e ridistribuzione dell'area "Sinti" all’interno della "spaghettata" in via Lungo Isarco sinistro a Bolzano sud, all'alte...



Bolzano. Presentato ieri in giunta comunale il progetto per la riqualificazione e ridistribuzione dell'area "Sinti" all’interno della "spaghettata" in via Lungo Isarco sinistro a Bolzano sud, all'altezza degli svincoli A22-Mebo. Un sito non proprio ideale dal punto di vista della salubrità per la collocazione all’incrocio di due arterie tra le più trafficate.

A maggio la giunta aveva approvato il mantenimento ad area nomadi della "spaghettata" appunto, dando mandato agli uffici competenti di procedere con la riqualificazione del sito in modo da potervi realizzare tre lotti con accessi indipendenti, sull'esempio di quanto realizzato a Merano.

Obiettivo: ospitare una trentina di Sinti, attualmente accampati in città. A loro sarà proposto di partecipare ad un progetto di integrazione e inserimento sociale affidato ad Assb. L'esecutivo ha quindi approvato lo studio di fattibilità- tecnico economica dell'intervento.

«Attualmente - ha spiegato ieri il vicesindaco Luis Walcher - ci sono alcune famiglie di Sinti accampate in giro per la città. Il nucleo più grosso è insediato nella zona dell’Agruzzo, dalle parti dell’aeroporto. Abbiamo continue lamentele da parte di chi abita nella zona. Anche perché lì non ci sono servizi igienici: la situazione sta diventando piuttosto pesante anche dal punto di vista sanitario».

Il progetto dovrebbe essere pronto in autunno. I lavori si prevede possano partire nel 2021. Costo previsto: 470 mila euro. In questo modo si spera di dare una sistemazione migliore alle famiglie Sinti che attualmente sono accampate con le roulotte sotto i ponti; in qualche via più defilata della zona produttiva o all’interno di aree abbandonate. Nella nuova microarea non dovrebbe invece entrare la famiglia Sinti che è accampata in via Maso della Pieve.

Per questa situazione specifica il Comune starebbe cercando di individuare una soluzione abitativa all’interno di un alloggio Ipes.













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