Allarme morbillo, il 20% non è vaccinato

La percentuale sale in periferia. Il medico dell’ufficio igiene: «Tra le complicanze polmoniti e gravi forme di encefalite»


di Antonella Mattioli


BOLZANO. «Sono passati tanti anni d’allora, ma ricordo l’autopsia alla quale avevo assistito come studentessa di Medicina eseguita su una ragazza di vent’anni. Sa che cosa l’aveva uccisa? La panencefalite subacuta sclerosante una rara forma cronica e progressiva di encefalite che si manifesta nei bambini e nei giovani adulti: è causata dalla persistenza del virus del morbillo nel tessuto cerebrale che si manifesta anche a distanza di 6-7 anni». Questo spiega perché Anna Maria Bassot, dirigente del Servizio igiene dell'Asl di via Amba Alagi, non si stanca di raccomandare ai genitori di vaccinare i piccoli contro il morbillo perché è una malattia che, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, può dare una serie di pericolose complicanze.

Di ieri la notizia che a gennaio, in un asilo nido di Milano, si sono registrati dodici casi di morbillo e due di questi hanno riguardato bambini di due anni. La diffusione della malattia andrebbe attribuita alla mancata vaccinazione di due dei bimbi, per scelta dei genitori, che hanno contaminato altri bambini troppo piccoli per essere vaccinati. Altri due casi riguardano maestre che non si erano vaccinate. Questo nonostante che, la Lombardia, abbia con il suo 92%, il tasso di copertura più elevato in Italia: secondo gli esperti però, aumenta il numero dei genitori che non vogliono vaccinare i propri figli.

Dottoressa Bassot, in Alto Adige l’atteggiamento nei confronti della vaccinazione per il morbillo com’è?

«Aumenta, soprattutto fuori da Bolzano, la tendenza a demonizzare i vaccini in genere, compreso quello per il morbillo. Le bufale che girano in rete stanno producendo danni pesanti, come quella secondo cui il vaccino sarebbe la causa dell’autismo. Una follia».

Quando va somministrato il vaccino?

«La prima dose va somministrata con un’iniezione tra i 13 e i 15 mesi del bimbo; il richiamo entro i due anni, ma si può fare fino a 36 mesi. Il vaccino è gratuito e non obbligatorio».

Avete un numero di quanti non sono vaccinati?

«Fra i nati nel 2014 sono 588 i piccoli non vaccinati solo per quanto riguarda il comprensorio di Bolzano: calcoliamo che circa un 20% non sia vaccinato. La percentuale però aumenta in periferia».

Un numero che la preoccupa.

«Certamente, perché è un piccolo esercito che tende a crescere e a far aumentare in modo esponenziale il rischio del contagio. Il morbillo è un virus molto contagioso».

In Alto Adige i casi dall’inizio dell’anno ad oggi quanti sono stati?

«Tre. Uno in più dei primi tre mesi dello scorso anno».

Numeri piccoli.

«Certo. Ma potremmo avere zero casi con una copertura del vaccino superiore. E comunque non possiamo dormire sonni tranquilli. Nel resto del Paese nell’ultimo periodo l’incidenza è stata molto alta e anche in Alto Adige, nel 2011, abbiamo avuto una vera epidemia: 218 casi tra i maschi e 201 tra le femmine».

Ma quali sono i rischi legati al morbillo?

«L’idea dominante è che il morbillo è una malattia dell’infanzia che si manifesta con febbre e “macchioline” rosse sulla pelle: nulla di particolarmente grave. In realtà quello che preoccupa noi medici sono le complicanze legate a questa malattia».

Del tipo?

«Ottite, laringite, broncopolmonite, polmonite interstiziale, meningite ed encefaliti che possono lasciare conseguenze pesanti. La forma più grave di queste malattie che riguardano il cervello è la panencefalite subacuta sclerosante che si manifesta anche a sei-sette anni di distanza dal morbillo».













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