Alpini, compie 60 anni l’Ana di Gries

Sfilata anche per i 35 anni della fanfara e per i 40 dell’Avis. Cresce l’attesa anche per l’adunata a Trento nel 2018


di Davide Pasquali


BOLZANO. Una festa in famiglia, cui hanno partecipato i veci di tutto l’Alto Adige. Stiamo parlando della mini adunata degli Alpini tenutasi nella mattinata di ieri in città. Un’occasione per ricordare i sessant’anni del gruppo Ana di Gries, compresi due altri anniversari di grande importanza: la costituzione del gruppo donatori Avis e la fondazione della banda degli Alpini di Gries. Che, per chi non lo sapesse, è l’unica fanfara alpina di cui disponga la nostra provincia. E quindi - come spiegato ieri sul palco dal consigliere comunale Sandro Repetto, delegato municipale alle questioni alpine - è un bene comune da onorare e tutelare.

La manifestazione è iniziata con l’ammassamento davanti alle ex Pascoli di via Longon, sotto un cielo che non prometteva nulla di buono, ma che poi si è fortunatamente volto al bello. Sfilata al ritmo della fanfara attraverso corso Libertà, piazza Mazzini, corso Italia, fino in piazza Tribunale, dove si è poi tenuto un concerto di un’oretta da parte della stessa fanfara, seguito dai discorsi ufficiali del sindaco Spagnolli, del presidente altoatesino dell’Ana Scafariello, del vicepresidente della giunta provinciale Tommasini.

C’è stata poi la distribuzione della bella pubblicazione edita in occasione del triplo anniversario a tutti i rappresentanti degli altri gruppi Ana della sezione Alto Adige. C’è stata pure la premiazione simbolica - chiamarne sul palco uno per ringraziarli tutti - di Renato Onomoni, anima della fanfara dalla sua nascita.

Fondato nel 1954, 171 soci, il gruppo Ana Gries ha cambiato quest’anno la sede da via Vittorio Veneto a via Duca d’Aosta. Il capogruppo è Giulietto Oliviero; il segretario e consigliere alla sezione Ana di Bolzano è Mauro Vecchiati (responsabile della sagra del risotto mantovano); il tesoriere nonché revisore dei conti dell’Ana nazionale risponde al nome di Michele Badalucco. L’altro tesoriere, e referente della befana alpina, è Piergiorgio Rizzi. Del direttivo fanno inoltre parte Andrea Bonvecchio, Giancarlo Vanzetto, nonché i due referenti della banda, Primo Ferrari e Guido Ropele. Seguono i consiglieri Alberto Bello, Luca Inglese, Emilio Montibeller, Giorgio Vecchiati e, infine, il revisore dei conti Vito Cestarollo e l’alfiere Mauro Tocchio.

Ieri, dopo la lettura dal palco della leggenda della penna dell’alpino e prima del rancio alpino, con adeguata innaffiatura alcolica, il discorso era uno e uno solo: dopo il miracolo di Bolzano, si riuscirà, nel 2016, a scippare a Vittorio Veneto l’adunata nazionale del 2018 a Trento? Sarà dura, speriamo.













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