Alpini, si preparano i 23 campeggi

Protezione civile al lavoro: si picchettano le aree, si montano i pali dell’illuminazione, si allacciano elettricità e acqua


di Davide Pasquali


BOLZANO. Sono arrivati l’altroieri, fanno base in un magazzino di Laives, ieri mattina hanno cominciato a lavorare sodo, per fortuna sotto il sole, dopo tanti giorni di freddo e piogge insistenti. Sono i volontari della Protezione civile lombarda, arrivati da Bergamo e dalla Valtellina per predisporre le aree attendamento previste in città per l’adunata nazione degli alpini. Devono correre, perché a Bolzano lo spazio disponibile è limitato e le aree da preparare non solo sono distanti e distribuite sull’intero territorio comunale ma, soprattutto, sono molto più numerose del solito: ben ventitré. I volontari però non fanno una piega. Tutta gente abituata a lavorare sodo in ambienti difficili, nelle vere emergenze: terremoti, alluvioni, guerre civili. Dal Kosovo a L’Aquila, da Haiti alla Liguria.

Tanti prati da attrezzare. In altre città, tipo a Torino in occasione dell’adunata nazionale del 2011, le aree attendamento erano molte meno. Poche, anche se alquanto estese. Il lavoro era tanto comunque - per dire: anche lì c’era da predisporre una presa elettrica ogni tre tende da 8 posti- ma non occorreva montare 23 differenti impianti elettrici in 23 posti diversi A Bolzano, invece, lo spazio è assai risicato. Il comitato organizzatore dell’adunata ha fatto i salti mortali per trovare aree sufficienti, ma i miracoli non si potevano fare. Le superfici bastano, ma sono distribuite qui e là.

Gente pragmatica. In pochi minuti arrivano nel pratone in via Campofranco, dietro l’aeroporto, aprono le portiere del loro fuoristrada tecnologico, armeggiano col materiale elettrico, alzano il braccio meccanico del camioncino, salgono sulla gondola, montano le luci sul palo, ridiscendono a terra, chiudono e se ne vanno a montare qualcos’altro da qualche altra parte. Minuti e finiscono. Parlano con forte inflessione lombarda: bergamasca, valtellinese. In mano la mappa del comitato organizzatore. Qui siamo nell’area A02, detta Brugger. Tutto è calcolato al millimetro: quante piazzole, dove, di che dimensioni. A terra ogni piazzola è segnata con un cartello: area A02, scheda 522, piazzole 10, Villa D’Asolo. Arrivano i nostri. Agli occhi di un profano sembra tutto a posto, ma le cose non stanno affatto così: ci sono state alcune sviste, urgono dei ritocchi. Sul pratone arrivano in velocità due auto; sono i bolzanini dell’Ana. Smontano. Dal baule prendono i picchetti di legno; tirano fuori anche il martello, in mano la cordella metrica. Ridisegnano il perimetro di una piazzola. Rimontano in auto e via, a ridisegnare qualche altra piazzola, in qualche altra area attendamento.

Lavoro gratis. In molti si stanno prodigando a spiegare che gli alpini lasceranno la città più pulita di come l’hanno trovata. È vero, ma non è basta. Nel senso che faranno meglio di così. Nei giorni immediatamente precedenti alla sfilata lavoreranno gratis per risistemare alcune aree della città, ma ne parleremo nei prossimi giorni. Oltre a questi lavori visibili, perché pubblicizzati, si sono già realizzate numerose altre migliorie, in aree degradate da anni. Regali, gratuiti. Chi non dovesse crederci, vada a farsi un giro nell’area attendamento in via Alessandria, incrocio via Bari. Fino a pochi giorni fa c’era una giungla, lì da anni, di cui nessuno si occupava. Ora è tutto pulito, bello, in ordine.

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