Alto Adige, consiglio provinciale: Unterberger presidente con i voti del Pdl

Julia Unterberger è stata eletta presidente del consiglio provinciale di Bolzano. La consigliera SVP è stata eletta con la presenza in aula di Minniti, Artioli, Urzì e Vezzali



BOLZANO. Julia Unterberger è stata eletta presidente del consiglio provinciale di Bolzano. La consigliera SVP è stata eletta con la presenza in aula di Minniti, Artioli, Urzì e Vezzali, criticati dalle altre opposizioni: 18 i voti a favore, 6 le schede bianche.

La nuova presidente ha sostenuto di essere stata un po' troppo diretta nei suoi precedenti interventi, ma ha ribadito di voler trattare l'opposizione in maniera equa, e di non essere portaborse del partito. Ha chiesto quindi all'opposizione di darle la chance di fare un buon lavoro.

La seduta è iniziata con una richiesta da interruzione da parte del capogruppo Elmar Pichler Rolle per una consultazione interna alla Svp, al termine della quale, su richiesta di Pius Leitner (F), ha confermato la candidatura alla presidenza di Julia Unterberger. Alessandro Urzì ha sostenuto che la paralisi dei lavori dell’istituzione non poteva durare oltre: “Abbiamo responabilità istituzionali che vanno oltre la nostra appartenenza politica”.

Ha aggiunto che da tempo era in corso un acceso dibattito sull’interpretazione delle norme parlamentari, in particolare in relazione all’ostruzionismo, “strumento della minoranza politica quando nelle estreme situazioni c’è la necessità di rivendicare un diritto, tenendo però presente il diritto delle isrtituzioni di lavorare”.

Eva Klotz (Suedtiroler Freiheit) ha ipotizzato che “chi ha bisogno di così tanto tempo per dare spiegazioni nasconde qualcosa”. Ha poi sostenuto che mai il Consiglio aveva raggiunto un livello morale così basso, “con un meschino mercanteggiare dovuto a strategie di partito, che rendono disposti a vendere la propria identità, giocando con bei preziosi come la toponomastica”. Secondo Leitner, “lo shopping-tour è stato vantaggioso, e vedremo se ne è valsa la pena per eleggere per due mesi una presidente”.

Leitner ha ribadito la volontà del suo gruppo di modificare il regolamento, ma all’interno della commissione competente, e sottolineato che tutte le vicende attuali avevano danneggiato la carica del presidente.  E' quindi intervenuto Donato Seppi (Unitalia), secondo cui “ci pssono essere contrattazioni, ma non può mai esserci una svendita totale della propria dignità politica davanti al nulla”.

La questione toponomastica era stata effettivamente rinviata, ma non grazie a Urzì, bensì per intervento del Pd, così come nella riunione Pd-Svp si era già parlato della commissione sulla questione linguistica. Anche Hans Heiss (Gruppo Verde) ha sostenuto che Urzì aveva acquistato solo fumo e niente arrosto, e sottolineato che il suo gruppo non avrebbe votato Julia Unterberger, per il modo in cui questa candidata si era presentata fin dall’inizio, “con l’aiuto di persone che le hanno spianato la strada, affrontando nella maniera sbagliata le opposizioni, senza avviare colloqui con queste, parlando anche oggi di “teatrino”. Andreas Poeder (Union fuer Suedtirol) ha criticato i giochi sula vicepresidenza italiana, e il fatto che la Svp avesse trovato l’apppoggio da chi si batteva per i monumenti fascisti. Ha poi chiesto come Unterberger poteva accettare di essere eletta com i voti di Urzì e altri, e come Stirner, Schuler, Noggler e gli altri potessero sostenere questo “meschino mercanteggiare”. Anche Sven Knoll (Suedtiroler Freiheit) ha sostenuto che tutti gli ideali che la Svp aveva dal suo fondamento erano stati gettati in mare, “tanto che alcuni rappresentanti Svp parlano già del “presidente fascista” del Consiglio, quindi nello stesso partito ci sono contestazioni”.

Elmar Pichler Rolle (Svp) ha invitato a “attenersi alle regole di una democrazia parlamentare, rispettando ogni collega eletto o eletta, indipendentemente dalla presenza di una sentenza o meno, che è pure una procedura democratica”. In merito ai lavori in commisisone regolamento, ha ribadito che tutti erano d’accordo sul rivedere gli artioli reativi al quorum per l’elezione, principio che non era mai stato applicato anche perchè non ha nulla a che fare con la tutela di una minoranza, “ed ecco che sono proprio questi articoli quelli che ci bloccano, rendendo inoperativo il Consiglio”. Per Ulli Mair (F) era un peccato che la Svp permettesse in consiglio gli stessi metodi utilizzati nel Parlamento italiano. La consigliera ha aggiunto che con queste trattative, che coinvolgono diversi rappresentanti italiani anche se bisognava dire che Artioli aveva sempre avuto la stessa linea, la Svp aveva arrecato un danno al partito, al provincia, al Consiglio, e anche alla democrazia in generale.













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