Anche la Cna fredda sugli sgravi collegati agli stipendi

Bolzano. Tagli all’Irap per le aziende che aumentano gli stipendi del 20 per cento rispetto ai minimi contrattuali: la giunta intende introdurre nel bilancio 2020 questa nuova versione delle...



Bolzano. Tagli all’Irap per le aziende che aumentano gli stipendi del 20 per cento rispetto ai minimi contrattuali: la giunta intende introdurre nel bilancio 2020 questa nuova versione delle riduzioni fiscali.

Dopo la Cisl, anche la Cna reagisce con freddezza alla ipotesi anticipata dal presidente Arno Kompatscher ai sindacati durante la festa del lavoro del Primo maggio.

La Cna

«Siamo assolutamente consapevoli delle difficoltà dei nostri collaboratori di arrivare a fine mese», prende posizione Claudio Corrarati, presidente della Cna, «ma riteniamo che le cause, e quindi le soluzioni, vadano cercate tra i costi per i lavoratori esterni all’attività aziendale, ovvero il mutuo della casa, l’affitto, le spese condominiali, l’acquisto di beni primari. Alcuni di questi costi, perfettamente riassumibili nel termine “carovita”, sono elevati anche per effetto delle contribuzioni provinciali, che devono essere assolutamente riviste». Secondo la Cna, «per le micro e piccole imprese, con i media 2,5 dipendenti, uno sgravio Irap darebbe un valore aggiunto marginale, non tale da consentire aumenti salariali. Nei fatti, in Alto Adige, anche le Pmi hanno reso più corposi gli stipendi grazie alla sanità integrativa ed altri benefit. Tenendo conto che, negli ultimi cinque anni, l’Irap è stata soggetta a diverse detrazioni, tra cui quella per i dipendenti a tempo indeterminato, un ulteriore sgravio sarebbe quasi ininfluente. Piuttosto, si incentivi la contrattazione aziendale e territoriale per erogare nuove forme di welfare ai lavoratori. Tutto questo, però, deve passare dalla libera contrattazione tra associazioni datoriali e sindacati, senza ingerenze di soggetti terzi».

La Cisl

Dopo le prime dichiarazioni critiche del segretario aggiunto Michele Buonerba, ieri la Cisl è intervenuta con una nota firmata sia da Buonerba che dal segretario Dieter Mayr: «Il lavoro di qualità non è solo salario. Servono incentivi a buoni contratti collettivi territoriali e non aiuti a pioggia per chi dichiara di pagare meglio i lavoratori». Perché il sindacato critica una norma provinciale che incentiva l’ aumento degli stipendi del settore privato? «In Italia la scelta del contratto collettivo è purtroppo libera e da qualche anno sono proliferati quelli “pirata” che abbassano le condizioni lavorative e salariali soprattutto per i lavoratori più deboli. Quale salario sarebbe da considerare per il calcolo del 20 per cento? Quello di base o quello comprensivo delle eventuali indennità? Inoltre, chi verificherebbe se quanto dichiarato unilateralmente dalle aziende corrisponde al vero?», sottolineano Buonerba e Mayr, «Con i contratti territoriali è possibile dare risposte migliori alle lavoratrici e ai lavoratori anche in ambito quali la conciliazione famiglia-lavoro, la formazione professionale oppure il welfare integrativo, sempre più necessario in una società che invecchia».

Kompatscher ha annunciato che verranno convocate le parti sociali per discutere le nuove misure fiscali su cui sta lavorando la giunta. Così la Cisl: «Ci sono problemi di principio e tecnici, ma siamo tutti d’accordo che i salari e la qualità del lavoro vadano migliorati. Il modo migliore per farlo è aprire subito un tavolo trilaterale tra giunta, organizzazioni sindacali ed economiche».















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