Animalisti in corteo contro la Provincia: «Il regno della caccia»


Riccardo Valletti


BOLZANO. Guai seri in vista per l'associazione turistica di Tesido e la sciovia Guggenberg per aver messo in palio come quarto premio di una lotteria un cervo da abbattere nella riserva pusterese. La vicenda - raccontata ieri dall'Alto Adige - sarà oggetto di un esposto alla magistratura e alla commissione europea dell'europarlamentare della Lista Di Pietro Andrea Zanoni ieri a Bolzano per partecipare alla manifestazione promossa da molte associazioni per i diritti degli animali.

«Quello che è avvenuto a Tesido ha dell'incredibile - attacca Zanoni - ed è vietato dalla legge. Il cervo rientra nella categoria della fauna selvatica, è un patrimonio della natura: l'abbattimento di un capo non può assolutamente essere il premio di una lotteria». Ieri al corteo che è partito da Palazzo Widmann, e che ha coinvolto 300 persone, la storia di Tesido teneva banco come l'ennesimo esempio di una realtà politica amministrativa che, secondo gli animalisti, «ha il grilletto troppo facile. Vedi marmotte e camosci».

Gli animalisti puntano il dito contro il documento strategico selvaggina-bosco, firmato lo scorso 25 ottobre dalla ripartizione Foreste, associazione cacciatori e unione agricoltori. Il documento, che contiene il nuovo regolamento di caccia nelle riserve provinciali, ammetterebbe tecniche di abbattimento con postazioni su torre e l'uccisione di femmine in fase di gestazione. «La caccia in sé è una pratica medievale - commenta Richard Steinmann della lega per l'abolizione della caccia - ma avere la possibilità di sparare nel branco, o di uccidere una femmina di cervo incinta è assoluta barbarie».

Come detto, la protesta si riaggancia all'indignazione suscitata dalla lotteria di Tesido, che prevede l'uccisione di un cervo al quarto posto nella graduatoria dei premi. «Un orrore, un'assurdità - è il commento unanime - sintomo di regressione e di una politica medievale». Nel corteo tanti giovani, con cartelli e striscioni a tinte forti, alcuni dei quali con immagini esplicite del trattamento di alcune specie da pelliccia. Striscioni contrari ad ogni forma di sfruttamento, dal circo, «loro non si divertono», all'uso delle cavie, «siamo uomini o topi?», fino a fuochi d'artificio, che dovrebbero essere aboliti perché spaventano cani e gatti.

Il corteo è partito da piazza Magnago, dopo una salva di fischi e cori destinati al secondo piano di palazzo Widmann, e si è mosso attraverso il centro. In piazza Municipio una signora ignara di quello che le sarebbe toccato, ha fatto le spese dell'indignazione animalista. Vestita di una lunga pelliccia di visone ha attraversato il cordone di manifestanti tentando inutilmente di passare inosservata e riscuotendo invece una raffica di fischi e schiamazzi e un coro di «buuu». Poi ancora rullare di tamburi e ancora cori. Tanti anche gli anziani, pronti a gridare insieme ai loro amici a quattro zampe.

«Questo provincia sta regredendo verso forme culturali anacronistiche - denuncia Ester Valgzolgher, della lega anti vivisezione di Bolzano - siamo governati da un cacciatore che non mostra nessun rispetto verso chi la pensa diversamente da lui».

La prova starebbe nella formazione della commissione atta a definire i regolamenti provinciali su foreste e selvaggina del territorio. «Nessun rappresentante dei movimenti ambientalisti e animalisti è mai stato presente o è stato ascoltato al momento di prendere una decisione - aggiunge Valgzolgher - con questa protesta vogliamo dimostrare che esistiamo, che non staremo fermi e zitti ad aspettare che la situazione peggiori ancora».

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