Anziani e fratture, la mortalità cala del 40 per cento

Theiner: «Risultati sorprendenti dal progetto portato avanti da Ortopedia e Geriatria del San Maurizio per la gestione del paziente fragile»



BOLZANO. Buone notizie per gli anziani con il femore fratturato - evento particolarmente grave dopo una certa età - che possono contare su cure tempestive e di alta qualità che ne hanno diminuito la mortalità del 40%. Uno studio biennale avviato nel 2011 su 438 altoatesini - portato avanti con il Cnr, l’Università di Padova ed i due reparti del San Maurizio di Geriatria (primario Albert March) e Ortopedia (primario Christian Memminger) - ci dice che la gestione interdisciplinare dei pazienti cosiddetti “fragili” - spesso cardiopatici, affetti da patologie tumorali, insufficienza renale, diabete ecc. - ne abbia ridotto le complicanze ed abbattuto drasticamente ed in modo addirittura sorprendente la mortalità ad un anno dall’intervento.

Il progetto messo a punto al San Maurizio prevede che i pazienti con il femore fratturato ed un’eta media di 85 anni vengano ricoverati in Ortopedia e seguiti dai medici della Geriatria. Nel biennio 2011-2012 presso l’ospedale di Bolzano sono state seguite 438 persone, di età superiore a 75 anni, ricoverate in regime di orto-geriatria - parola complicata ma questo è il termine corretto - in seguito ad una frattura del femore. Dallo studio condotto dai primari - March e Memminger - emerge come il 74% dei pazienti sia stato operato entro 2 giorni dalla caduta ed il 26% entro 4 giorni dal ricovero.

«Ad un anno dall’intervento - racconta March - la mortalità dei pazienti operati in questo contesto è diminuita del 12,3% ed anche la ri-ospedalizzazione è sensibilmente calata così come le complicanze (pensiamo allo scompenso cardiaco 11,3% contro un valore medio del 10-20%, delirium 12,2% contro una media del 30%). In assoluto registriamo un calo della mortalità del 40%. Abbiamo in mano dati reali e non taroccati».













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antonella mattioli

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