Aperture domenicali: la Provincia cede

Durnwalder: «Abbiamo le mani legate e il Governo non molla. Trattiamo invece per il dettaglio nelle zone produttive»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Sulle aperture domenicali anche la Provincia si è arresa. «Siamo impotenti - ha ammesso ieri il presidente della giunta Luis Durnwalder - e il Governo non ha alcuna intenzione di mollare la presa. A riguardo c’è anche una direttiva europea che parla chiaro». La partita, ufficialmente, non è ancora chiusa perchè sulla questione dovrà pronunciarsi la Corte Costituzionale ma le speranze di spuntarla per la Provincia - che in primavera aveva regolamentato la materia cercando di trovare un compromesso - sono davvero ridotte al lumicino.

«A livello personale sono favorevole alla liberalizzazione. Anche se capisco la posizione di chi vorrebbe i negozi sempre chiusi la domenica». Il governatore altoatesino, senza ingenerare false speranze, ha voluto spezzare una lancia in favore della Diocesi che nei giorni scorsi ha invitato i consumatori a boicottare le grandi catene. «L’assessore Widmann ha appena incontrato a Roma il ministro Gnudi - prosegue Durnwalder - che gli ha fatto intendere che non ci sono margini per trattare. Abbiamo invece più chance per quanto attiene il dettaglio in zona produttiva». Durnwalder, a onor del vero, non è parso in ogni caso dispiaciuto per l’arrivo delle grandi catene in via Museo. «I Comuni hanno più voce in capitolo e possono ancora mettere dei paletti ma la strada, anche in prospettiva, sembra segnata».

E la conferma a questa tesi è venuta proprio domenica a Bolzano dove, oltre ad H&M., erano aperti anche gran parte dei negozi vicini. Molti esercizi, anche a conduzione familiare, rischiano di doversi adeguare in tempi brevi. L’alternativa è quella di chiudere o di spostarsi altrove.

Sono due i punti della legge provinciale sulla liberalizzazione nel commercio - vale a dire la regolamentazione degli orari di apertura e il divieto del commercio al dettaglio nelle aree produttive - ad essere stati impugnati dal Governo davanti alla Corte Costituzionale. L’obiettivo è quello di trovare una soluzione senza giungere al pronunciamento della Consulta. L'assessore provinciale Thomas Widmann ha illustrato al ministro agli affari regionali Piero Gnudi «le motivazioni alla base dell’ordinamento altoatesino per capire se esistono i margini per arrivare a un ritiro dell'impugnazione». La Provincia di Bolzano è stata la prima a tradurre concretamente la liberalizzazione nel commercio varata dal Governo, abolendo soglie massime di superficie, tabelle merceologiche, contingentamenti e piani commerciali. Allo stesso tempo la legge provinciale ha tenuto conto delle particolarità dell'Alto Adige: dalla scarsità di superfici edificabili alla necessità di concentrare il commercio nei centri storici per mantenerli vivi. La Provincia ha competenza primaria nel settore dell'urbanistica ma lo Stato è libero di decidere sulle regole in materia di concorrenza. Ed è proprio per questo che anche Durnwalder sembra essersi messo il cuore in pace. «Sulle aperture domenicali non possiamo più fare ciò che vogliamo».

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