bolzano

Asili nido di Bolzano, dal 2017 le tariffe raddoppiano

Il diktat della Provincia di Bolzano: da gennaio si pagherà la retta oraria, parificata a quella di Tagesmutter e microstrutture. Comune e Assb preoccupate: per risparmiare i genitori ridurranno gli orari


Davide Pasquali


BOLZANO. Non esiste ancora una delibera ufficiale. Da mesi si tratta in innumerevoli tavoli di lavoro. Ma pare che la Provincia non abbia nessunissima intenzione di fare marcia indietro: dal primo gennaio 2017 la tariffa degli asili nido pubblici verrà rincarata. Non si pagherà più una retta giornaliera, bensì a ore, adeguandosi a quanto nel resto della provincia si paga a Tagesmutter e microstrutture. In pratica, le tariffe dei nidi - che esistono solo a Bolzano, Bressanone, Merano e Laives - raddoppieranno e, non potendosi permettere esborsi ulteriori, con ogni probabilità molte famiglie si vedranno costrette a ridurre le ore di permanenza dei bimbi nelle strutture comunali (trovando modalità alternative di parcheggio dei baby), mentre le stesse strutture dovranno ridefinire i loro organici, modificando orari e logistica e soprattutto tagliando il personale in eccesso. Un panorama altamente plausibile, che sta preoccupando terribilmente i genitori bolzanini, anche perché lo stesso Comune e pure l’Assb, che i nidi gestisce, al momento attuale proprio non sanno come comportarsi: la Provincia - leggi l’assessore alla famiglia Waltraud Deeg - ancora non ha deliberato.

L'assessore Waltraud Deeg

Dopo le due giornate delle porte aperte, a inizio mese, per tutto aprile l’Assb raccoglierà le iscrizioni per l’anno educativo 2016-2017. Si contratta coi genitori: quante ore vi necessitano? In media sono attorno alle 7-8 al giorno, per ogni bimbo. Tolti i casi estremi di chi abbisogna di 10 ore (tempo prolungato) e i pochi che stanno sotto le 7, i più sfruttano l’orario normale, magari con momenti di entrata e uscita elastici. Il problema è che Comune e Assb prendono come base di programmazione della loro attività l’anno educativo, da fine estate del primo anno a inizio estate del secondo anno; la Provincia, che è deputata a stabilire le tariffe, ragiona invece in termini di anno solare, da gennaio a dicembre. E così, adesso come adesso ci si deve iscrivere a tot ore al giorno sapendo che da settembre 2016 e fino a fine dicembre si pagherà tot (ossia la tariffa 2016, su base giornaliera), ma poi, dal primo gennaio 2017, non si sa.

Per ora, per venire incontro alle esigenze di bimbi e famiglie, Comune e Assb hanno diramato ai genitori una circolare: succeda quel che succeda, fino a giugno ci impegnamo a garantirvi ciò che avete scelto a inizio anno. Sarà un sacrificio, ma ci si proverà. Come chiarisce Licia Manzardo, la direttrice dei servizi alla famiglia di Assb, «tenteremo in ogni modo di garantire stabilità emozionale alle mamme e ai papà».

La direttrice Licia Manzardo

Cerchiamo di sintetizzare in dettaglio ciò che sta per accadere, come spiegato dagli insider dell’Assb, tartassati da giorni da moltissimi genitori bolzanini letteralmente imbizzarriti. Dunque: per gli asili nido gestiti dall’Assb ora si pagano, e fino al 31 dicembre si pagheranno, da 7 euro al giorno di tariffa minima a 17 euro di tariffa massima (secondo il calcolo di agevolazione tariffaria di ciascuna famiglia). Dal primo gennaio 2017, invece, il costo sarà predeterminato ad ore. Per capirsi serve un esempio: se utilizzassimo per la tariffa oraria gli importi che si applicano oggi negli asili privati - e c’è da credere che non scenderanno - andremmo da 0,90 euro di minima a 3,65 euro di massima all’ora. Ma questo cosa significa? Semplice: se fino al 31 dicembre 2016 un bimbo verrà lasciato al nido 8 ore al giorno, male che vada i genitori pagheranno (calcolando 17 euro per 21 giorni di media) 357 euro al mese. Ma dal primo gennaio 2017, applicando la tariffa oraria di cui sopra, i genitori pagheranno 613 euro al mese. In pratica, il doppio. Questo varrà per tutta la Provincia. Peccato però che la più grande concentrazione di asili nido pubblici si trovi a Bolzano città. E solo in tre altri grossi centri, esistono asili nido pubblici. Si tratta, come detto sopra, di Laives, Merano e Bressanone. Guarda caso, si tratta dei Comuni cittadini, ben differenti, come struttura socio-culturale, dai paesini, dove i bimbi, in media, stanno dalla Tagemutter molte meno ore.

I nidi bolzanini, anche se un poco alleggeriti dalla crisi che ha lasciato a casa tanti genitori dal lavoro concedendo loro tempo per fare i baby sitter, sono pur sempre superutilizzati. Oggi su 542 posti disponibili, solo 4 sono liberi. Pochi bimbi escono a mezzogiorno. I più si fanno 7-8 ore al giorno. E poi ci sono 50 famiglie che hanno scelto il tempo prolungato: 10 ore, fino alle 5 o anche alle 6 di sera. Questo, almeno, nei due asili nido più grandi. Ovviamente, per le relative famiglie il passaggio dal costo giornaliero a quello a ore risulterà un vero e proprio salasso. Che andrà a colpire i grandi centri. Si tenta una democratizzazione, parificando il costo orario di nidi e tagesmutter. Senza però tenere conto che in città, al nido, si fanno in media molte più ore. Non è come nei paesini, con la vicina di casa che ti tiene i bambini. In città si dovrà pagare. Di più.













Altre notizie

Attualità