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Asili nido, i posti non bastano: 150 famiglie rimaste fuori 

Sempre più genitori scelgono di affidare i bambini alle strutture educative per la fascia 0-3 anni. Creati 45 nuovi posti ma la richiesta è di 150. Andriollo: «Le alternative ci sono, ma bisogna investire sul futuro della città» 


Maddalena Ansaloni


BOLZANO. Diminuisce il tasso di natalità, nel 2022 sono stati registrati all’anagrafe 88 nuovi nati, 17 in meno rispetto all’anno precedente. Può risultare quindi paradossale la continua crescita di famiglie che richiedono l’iscrizione dei propri figli negli asili nido: 150 sono attualmente in lista d’attesa per gli asili nido comunali e altri 140 per un posto all’interno delle microstrutture (anche se Assb stima che le richieste siano 150 in tutto, visto che spesso le famiglie fanno domanda per entrambe).

Per fare fronte alla richiesta, la giunta comunale ha approvato martedì 8 agosto il Piano di sviluppo per la prima infanzia presentato dall’assessore Juri Andriollo: ci saranno quindi 45 nuovi posti disponibili negli asili nido e nelle microstrutture. Restano comunque escluse molte famiglie, che dovranno ricorrere ad altre soluzioni.

Il motivo della crescente richiesta? «Stiamo riscontrando un’esigenza sempre più forte, per entrambi i genitori, di coniugare l’educazione dei propri figli e il lavoro», dichiara la direttrice generale dell’Azienda servizi sociali di Bolzano, Liliana Di Fede, «Cresce la volontà di utilizzare il nido come struttura educativa, da preferire quindi ad altre soluzioni».

«Si tratta di strutture educative d’eccellenza», sottolinea Andriollo, «Gli operatori hanno una formazione specifica e spesso a loro volta formano i bambini già in tenerissima età», prosegue, «Ad esempio un bambino all’asilo nido può già entrare in contatto con la seconda lingua. Inoltre gli operatori offrono un grande supporto ai genitori rispondendo ai loro dubbi e “insegnando” loro aspetti fondamentali sull’igiene e sulla crescita dei bambini». Il motivo riguarda anche i molti trasferimenti a Bolzano per lavoro di genitori che, cambiando città, perdono l’appoggio delle proprie famiglie. «Con un mercato del lavoro che necessità di manodopera, è fondamentale dare supporto a 360° per chi arriva in città». Dei 45 nuovi posti 15 saranno all’interno del nuovo asilo nido, che verrà realizzato in via Guncina 54, e altri 30 divisi in microstrutture già esistenti nella zona produttiva. «Le microstrutture in zona industriale vengono incontro ai tanti lavoratori che in questo modo possono portare i figli vicino, senza attraversare la città. Un motivo simile vale per la struttura in via Guncina: Gries è un quartiere ad alta densità di popolazione e necessitava di un nuovo asilo nido», così l’assessore. Tolti i nuovi posti realizzati, rimangono fuori più di 100 famiglie. «Le alternative ci sono, le Tagesmutter in primo luogo. Molti poi chiederanno supporto ai nonni e alle famiglie. Tuttavia punteremo comunque ad investire sul servizio in futuro», prosegue Andriollo.

I primi posti in graduatoria sono riservati alle famiglie in cui entrambi i genitori lavorano. «È l’assoluta priorità», sottolinea Liliana Di Fede. A seguire si dà la precedenza alle famiglie bolzanine, penalizzando quindi i pendolari che per una questione di comodità porterebbero i figli nelle strutture del capoluogo.

«La città ha necessità di risolvere le questioni al proprio interno», sottolinea Andriollo, «Cercheremo soluzioni per offrire un servizio a tutti. Quello delle 150 richieste resta comunque un dato positivo: rappresenta infatti la fotografia di una città che sta crescendo», prosegue l’assessore e conclude: «Fornire servizi all’infanzia per una città significa investire sul proprio futuro».

 













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