il caso

Assb di Bolzano, un mese di malattia a testa

Ferie escluse, i dipendenti sono stati assenti per quasi 27 mila giorni nel 2016. Il consigliere Della Ratta: «Sono troppi»


di Davide Pasquali


BOLZANO. Non considerando le ferie, i dipendenti dell’Azienda servizi sociali di Bolzano, ente strumentale del Comune, si assentano dal lavoro per quasi 27 mila giorni all’anno. In media, fanno 30,4 giorni a testa. Tradotto, in media stanno a casa oltre sei settimane a testa. A pesare più di tutto sono le malattie: nel 2016 si sono totalizzati 13.404 giorni, in media oltre 15 a testa per ciascuno degli 883 dipendenti dell’azienda.

Lo si evince dalle tabelle allegate dall’assessorato comunale alle politiche sociali a supporto della risposta fornita ad una interrogazione del consigliere comunale Claudio Della Ratta, il quale chiedeva lumi su Assb, dopo i dati pubblicati di recente dal nostro giornale sulle assenze dei dipendenti provinciali e municipali. Il Comune fornisce i dati per gli ultimi 5 anni. Le assenze fanno segnare un trend crescente: 21.424 giorni nel 2012, 23.101 nel 2013, 25.492 nel 2014, 25.178 nel 2015, 26.854 nel 2016.

L’Assb è l'ente strumentale del Comune incaricato di gestire tutti i servizi sociali della città: i suoi ambiti di intervento coprono prima infanzia e famiglia, minori, adulti, anziani, persone in situazione di handicap, soggetti a rischio povertà o che vivono situazioni di grave marginalità sociale. Un ente importante, assai utile alla collettività e indispensabile per garantire i servizi attesi dai bolzanini.

Ribadita l’importanza di questo ente nel contesto bolzanino, la numerosità dei servizi erogati e i positivi risultati confermati nel tempo grazie alla professionalità del personale, Della Ratta commenta: «Penso comunque che qualche minimo recupero di efficienza possa essere attuato senza generare ingiustizie o ledere diritti acquisiti». Andrebbe, forse, «posto in essere un maggior presidio sulle assenze per malattia».

Quelli svolti dai dipendenti Assb «sono incarichi spesso pesanti che, di conseguenza, incidono anche sullo stato psicofisico del lavoratore, facendo aumentare le assenze per malattia». Ma una valutazione generale nel merito «andrebbe posta in essere, individuando possibili correttivi al fine di mitigare le troppe assenze del personale - ricorrendo nel caso anche maggiormente alle visite fiscali». Un confronto andrebbe attuato «anche e soprattutto con i medici di base, dato che, a mio avviso, è possibile che in taluni casi possa esserci una certa facilità nell’assegnazione delle giornate di malattia».

Il pubblico impiego «può contare su un alto livello di professionalità e di correttezza dei propri dipendenti, conclude Della Ratta». «Detto ciò è doveroso agire con maggiore determinazione per individuare chi non fa il proprio dovere, vale a dire coloro che, assentandosi ingiustificatamente, recano un danno all’ente per cui lavorano, ai propri colleghi e, più in generale, a tutti i contribuenti».













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