I dati

Assegni di cura in Alto Adige: spesi 255 milioni. L’attesa è infinita: più di 6 mesi 

Nel 2021 in Alto Adige erogati 12.3 milioni in più per l’ accompagnamento di persone anziane e bisognose di cure. La spesa per le persone in casa di riposo (128 milioni) supera quella di chi è assistito a casa con l’assegno di cura (126)


Valeria Frangipane


BOLZANO. Assegno per la non autosufficienza, unico in Italia, peccato che l’attesa per incassarlo superi i 6 mesi. La società invecchia e la spesa aumenta. La stangata peggiore è attesa tra il 2035 ed il 2040 quando i baby boomers, nati entro gli anni Sessanta, andranno a pesare su un sistema assistenziale già sotto pressione.

L’assessora al sociale Waltraud Deeg controlla i conti: «Nel 2021 siamo stati messi a dura prova per il Covid, ma abbiamo retto e raggiunto ottimi risultati». Nel corso del 2021 la Provincia ha speso un’enormità: 255 milioni (12.3 in più) per assistere 16 mila persone, soprattutto anziani. Il 75% (circa 12 mila) a casa - con l’aiuto delle badanti - ed il 25% (circa 4 mila) in casa di risposo.

Eugenio Bizzotto - direttore dell'Asse (Agenzia per lo sviluppo sociale ed economico) - dice che l’assegno ha quattro livelli che tengono conto dei diversi bisogni di assistenza. I contributi vanno da 569 a 1.800 euro al mese: primo livello 60-120 ore (569 euro); secondo l 120-180 ore (900 euro); terzo 180-240 ore (1.350 euro) e quarto livello oltre le 240 ore (1.800 euro). L'assegno viene erogato per l'assistenza tra le pareti di casa e per quella in casa di riposo (in questo caso viene intestato agli istituti).

E per la prima volta - precisa Bizzotto - la spesa per le persone in casa di riposo (128 milioni) ha superato quella per l’assistenza a casa (126 milioni). «Succede perchè sono state aperte due ulteriori residenze per anziani - parlo della nuova Villa Melitta a Bolzano e dell’istituto St Josef di Merano - che hanno fatto salire la disponibilità di letti a 4.591. Per carenza di personale però ne sono stati occupati circa 4.000 - 600 in meno - e la Provincia ha pagato 6.3 milioni di contributo straordinario per compensare le minori entrare dovute al minor numero di ospiti paganti».

Da rivedere i tempi di attesa per l’assegno di cura che superano i 6 mesi (va anche detto che il pagamento è retroattivo). Molte associazioni - dall’Associazione Alzheimer alla Federazione per il sociale e la sanità - puntano il dito sui ritardi: «Diverse migliaia di famiglie che si stanno occupando a casa dei loro anziani sono costrette a vivere situazioni al limite anche perché in troppi casi non sono supportate dall’assegno che tarda ad arrivare con i team di valutazione che non danno risposte in tempi certi». La Provincia ha ben presente il problema e punta a modificare e semplificare la procedura per ridurre le attese che con la pandemia si sono allungate. Le associazioni ringraziano.

Molto spesso gli anziani sono assistiti dalle donne di casa. Spesso sono figlie. Deeg ricorda che pochi lo sanno ma è prevista una copertura pensionistica. «Attualmente quasi 500 persone approfittano di questa possibilità ma la platea degli aventi diritto è più ampia». Informazioni sul sito provinciale.

Nel 2021 più di 287.812 ore sono state utilizzate per seguire 6.180 persone a casa. Anziani ma anche malati cronici, hanno utilizzato vari servizi, il più richiesto è quello dell’igiene alla persona. A beneficiarne persone sole o che vivono in due. Nel complesso, gli anziani in Alto Adige hanno a disposizione una grande varietà di servizi e prestazioni che vanno dal sostegno alla vita indipendente in casa ai servizi di assistenza diurna, sino a quelli di ricovero in case assistite e o in case di riposo. Brigitte Waldner - direttrice dell'Ufficio politiche sociali - dice che la famiglia è un partner fondamentale nella cura anche quando i servizi di assistenza forniscono un importante servizio di supporto: «Senza non so come faremmo».

Invalidi civili, ipovedenti e ipoacusici: in Alto Adige: sono 4.965 coloro che hanno ricevuto una pensione per invalidità parziale o totale. Sono stati erogati nel complesso 31,9 milioni. I beneficiari di sussidi che hanno ricevuto 13 milioni sotto forma di indennità di accompagnamento sono stati 1.998; 682 persone hanno invece ricevuto 889.000 euro come indennità supplementare per cecità parziale o totale.

Tra le sfide, Deeg ha ricordato l'implementazione della formazione professionale per le figure di assistenza domiciliare, l'aggiornamento delle professioni infermieristiche e la tutela della qualità dell'assistenza sanitaria. Attualmente, ad esempio, sono in corso trattative per il contratto settoriale dei dipendenti delle case di riposo e dei servizi sociali e, a tal fine, sono già stati messi a disposizione 50 milioni di euro.













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