Attentati: riesame, restano in carcere gli anarchici arrestati a Bologna

Cade l'aggravante ma restano in carcere i cinque anarco-insurrezionalisti (due die quali bolzanini) appartenenti al circolo Fuoriluogo di Bologna arrestati il 6 aprile scorso



BOLOGNA. Cade l'aggravante ma restano in carcere i cinque anarco-insurrezionalisti appartenenti al circolo Fuoriluogo di Bologna arrestati il 6 aprile scorso. Lo ha deciso il Tribunale del Riesame di Bologna, che ha respinto l'istanza di scarcerazione presentata dalle difese dei cinque (per tutti l'avv. Ettore Grenci, in co-difesa con i colleghi Ronchi, Trombetti, Filocamo e Buttazzi).

Per associazione per delinquere finalizzata all'eversione dell'ordine democratico (ma questa aggravante è caduta), su ordinanza di custodia cautelare richiesta dal Pm Morena Plazzi e firmata dal gip Andrea Scarpa, sono in carcere Stefania Carolei, 55 anni, bolognese; Nicusor Roman, 31, romeno abitante a Bologna; Anna Maria Pistolesi, 36, bolognese; Martino Trevisan, 25, di Bressanone (Bolzano); Robert Ferro, 25, di Bolzano.

Sono accusati di aver promosso, organizzato e diretto una organizzazione che si ritrovava al centro 'Fuoriluogo' (i cui locali sono sotto sequestro) finalizzata al compimento di violenze, lesioni, danneggiamenti, manifestazioni non organizzate. Le difese avevano chiesto l'annullamento dell'ordinanza per mancanza di gravi indizi di colpevolezza sul reato associativo (in subordine erano stati chiesti gli arresti domiciliari) e hanno gia' preannunciato che riproporranno le richieste impugnando, in tempi brevi, la decisione del Riesame in Cassazione.

I giudici del riesame hanno confermato anche il sequestro delle sede del circolo Fuoriluogo, e le misure cautelari come obblighi di dimora (o divieto di dimora) che hanno colpito altri sette indagati. Tra questi anche Francesco Magnani, ferrarese di 23 anni, colpito da obbligo di dimora nell'ambito del procedimento. Magnani era stato anche fermato (la mattina degli arresti) con l'accusa di essere l'autore dell'attentato a un sede dell'Eni di Bologna dal pm Luca Tampieri, che si occupa dello specifico episodio, con l'ipotesi di atto di terrorismo in concorso con altre persone da identificare e detenzione e porto di materiale esplodente. Ma quella misura non era stata convalidata dal gip di Ferrara e il ragazzo era stato rimesso in liberta'.













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