Autista inseguito in moto, picchiato e rapinato

La vittima è il 19enne trentino Daniel Anesini che trasportava surgelati Il giovane : «Non sono riuscito a reagire: mi hanno pestato e sono fuggiti»


di Susanna Petrone


BOLZANO. Sembra una scena del film “Milano violenta”: motociclisti che assaltano un furgone, pestano l’uomo alla guida del mezzo, portano via quello che trovano e poi spariscono nel nulla. Episodi che sono all’ordine del giorno in alcune zone d’Italia, ma di sicuro non in Alto Adige e tantomeno in val d’Ega. Una brutale aggressione, dunque, quella che ha subìto e raccontato Daniel Anesini, 19 anni, dipendente di un’azienda di prodotti surgelati. Come ogni martedì si stava recando a Nova Levante per effettuare delle consegne. Il giovane trentino non poteva sapere che ad attenderlo c’erano due rapinatori. L’hanno bloccato, pestato a sangue e sono fuggiti. C’è chi ipotizza persino un regolamento di conti. Stanno indagando i carabinieri, coordinati dal sostituto procuratore Luisa Mosna.

La ricostruzione. Sono passate da poco le 10. Daniel Anesini è a due chilometri dalla sua destinazione. Quel tragitto lo fa da mesi, ogni martedì. Ad un certo punto dalla corsia opposta vede arrivare una moto con a bordo due uomini. Indossano caschi neri, che coprono completamente il volto. Gli fanno segno con i fari. La motocicletta finisce sulla corsia sulla quale sta viaggiando il furgone. Daniel non può fare altro che frenare di colpo per evitare l’impatto con i due centauri. Succede tutto in pochi attimi: i malviventi scendono dalla motocicletta, uno dei due si avvicina al finestrino dal lato del guidatore. Lo spacca. Il vetro va in frantumi. Alcune schegge finiscono in faccia al giovane autista. È sotto choc. Non ha nemmeno il tempo di capire cosa sta accadendo. I due aggressori lo trascinano fuori dal furgone. Finisce a terra. I motociclisti lo colpiscono al volto e poi al petto e all’addome. «Ricordo solo di essere stato pestato» - dice Daniel dal letto dell’ospedale San Maurizio, dove è ricoverato - «Non so cosa abbiano portato via, né cosa volessero». I banditi fuggono portando via l’autoradio. La vittima viene lasciata sull’asfalto, priva di sensi.

La testimonianza. Alcuni automobilisti di passaggio danno l’allarme. Sul posto arrivano i soccorritori della Croce bianca e il medico d’urgenza. Daniel Anesini viene trasportato all’ospedale con il Pelikan 2. Viene ricoverato a causa delle ferite riportate su tutto il corpo. I carabinieri iniziano subito ad indagare: il giovane trentino viene sentito nel primo pomeriggio. Spiega l’accaduto. «Se sono stato minacciato? No, mai. Non so perché mi abbiano aggredito». Una rapina finita male? Perché i banditi hanno portato via solo l’autoradio e non i due cellulari e il portafoglio del ragazzo? Forse hanno visto arrivare una macchina e sono fuggiti prima di poter essere visti? Daniel Anesini non ha nemici. Ultimamente non ha litigato con nessuno e non crede che si tratti di un regolamento di conti. Non sa nemmeno perché i rapinatori si siano limitati a portargli via l’autoradio. «Purtroppo - racconta -, non sono riuscito a vederli in viso. Indossavano dei caschi neri, che coprono completamente il volto. Impossibile vedere i loro lineamenti. E mentre scappavano mi sono girato per memorizzare il numero di targa, ma la moto non ce l’aveva». In tarda serata è stato sentito una seconda volta dagli uomini dell’Arma, insieme al pm Luisa Mosna. Intanto, gli abitanti della val d’Ega sono preoccupati. Non c’era mai stato un inseguimento conclusosi con un pestaggio. Le forze dell’ordine hanno dato il via a una serie di controlli. Numerosi biker sono stati fermati in tutta la provincia. A Nova Levante nessuno pare aver visto due centauri aggirarsi per il paese in mattinata. Daniel Anesini potrà lasciare l’ospedale tra una decina di giorni.

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