Avanzo: «Dopo Napolitano una donna»

La presidente del Consiglio regionale: «Finocchiaro o Bonino nomi buoni». Widmann: «Sì, se è un’amica dell’autonomia»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Sull’elezione del successore di Giorgio Napolitano, da tutti considerato «un amico dell’autonomia, anche nei momenti più duri», la presidente del Consiglio regionale Chiara Avanzo e il suo vice Thomas Widmann, seppur con sfumature diverse, sono d’accordo. È tempo di svoltare e di proporre finalmente una donna, determinata, decisa e al di sopra delle parti. Sul profilo da ricercare, in una rosa di candidati ancora piuttosto ampia, a sbilanciarsi è la Avanzo, che indica quali «prototipi ideali due figure di grande spessore della politica italiana come Anna Finocchiaro (senatrice Pd, ex ministro e magistrato) ed Emma Bonino (Radicale, ex ministro degli Esteri nel Governo Letta ed ex vicepresidente del Senato), che non hanno certo bisogno di particolari presentazioni».

La Avanzo ammette che «il tasto del genere» non la lascia «affatto indifferente». «Direi una bugia se sostenessi il contrario e penso che tante italiane siano sulla mia stessa lunghezza d’onda. A Roma ho intenzione di prendere parte attivamente alla discussione per l’elezione del nuovo Presidente e posso anticipavi fin d’ora come lo o la vorrei, a questo punto: equilibrata, autorevole, decisa e amica dell’autonomia. Se fosse eletta davvero una donna si tratterebbe di un segnale di grande innovazione e apertura».

La Avanzo, in ogni caso, non ne fa solo una questione di genere. «Se anche fosse eletto un uomo capace, con le stesse caratteristiche, tornerei a casa ugualmente soddisfatta. Certo, se potessi essere decisiva per una scelta, voterei per una donna».

Il vicepresidente vicario del Consiglio regionale Thomas Widmann è un po’ più abbottonato ma dice di condividere l’impostazione della collega Avanzo.

«Fare dei nomi in questo momento vorrebbe dire solamente speculare e a me piace essere concreto. Posso dire che vorrei quasi un clone di Napolitano che, anche quando eravamo sotto tiro per la spending review, ha dimostrato grande vicinanza e comprensione. Una donna? Perchè no. In Italia i tempi sarebbero più maturi che mai per dare un segnale forte, che potrebbe anche avere i crismi di una svolta. Diciamo allora che faccio il tifo per un’amica dell’autonomia: capace e decisa».

Alessandro Urzì, consigliere comunale di Alto Adige nel cuore, non ne fa invece una questione di genere.

«Mah, mi sembra davvero un’inutile forzatura. Non è rilevante se il nuovo Capo dello Stato sarà un uomo o una donna».

Il rappresentante dell’opposizione, scelto dalle minoranze in Regione ed in particolare dalle forze di centrodestra, sa invece chi non voterà di sicuro. «Posso anticipare che non darò la mia preferenza a Prodi o Amato, giusto per citare un paio di nomi che sono circolati con insistenza in questi giorni. Raccoglierò nomi e proposte, sarò regolarmente in contatto con i colleghi del Consiglio regionale che mi hanno votato, e poi vaglieremo, di volta in volta, le candidature da sostenere, tenendo conto anche delle segnalazioni che riceveremo sulla pagina Facebook “Il tuo presidente - Dein Staatspräsident”».

Le proposte degli elettori altoatesini e trentini saranno poi raccolte e consegnate al nuovo Capo dello Stato. So perfettamente che un voto su mille non può fare la differenza, ma il metodo è chiaro: prima raccoglieremo le proposte, poi le vaglieremo e sosterremo quindi il candidato o la candidata più idonei. Fare nomi ora significherebbe bruciarli».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità