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Baby gang: il problema è la mancanza di regole

BOLZANO. «Il problema sono gli adulti e la loro incapacità di dare delle regole alle giovani generazioni». Non ha dubbi lo psicologo Giuseppe Maiolo rispetto al fenomeno delle cosiddette “baby gang”...



BOLZANO. «Il problema sono gli adulti e la loro incapacità di dare delle regole alle giovani generazioni». Non ha dubbi lo psicologo Giuseppe Maiolo rispetto al fenomeno delle cosiddette “baby gang” che imperversa sempre più con maggior frequenza anche sul nostro territorio. Secondo il dottor Maiolo che da anni si dedica alle tematiche dell'adolescenza e al lavoro di sensibilizzazione e prevenzione del disagio giovanile attraverso anche l’associazione “Il germoglio”, si deve intervenire già sui primi segnali di un atteggiamento prevaricatore e violento: «Già un piccolo atto di bullismo, anche in età molto tenera, è un segnale del bullo che verrà se non si interviene. Spesso si tende a minimizzare e così si lascia il campo libero a un atteggiamento di sfida nei confronti delle regole che viene rilanciato finché non trova un limite». È il limite appunto, secondo lo psicologo, il riferimento che manca ai ragazzi oggi. «Oggi da parte del mondo adulto si fatica a essere coerenti, c’è l’incapacità di fissare dei paletti e di farli rispettare. Questo disorienta i ragazzi che invece hanno bisogno di punti di riferimento, e chiedono delle regole. Questo limite, che non viene percepito, si cerca all’esterno finché non viene trovato. Il problema è che il piccolo bullo che ruba la merendina diventa il piccolo criminale che ruba al supermercato e poi chissà ...».

Per fermare il fenomeno bisogna dunque partire a monte, dal bambino: «Noi come associazione, cerchiamo di fare prevenzione nelle scuole, insegnare il rispetto, la considerazione per l’altro, fermare il bullismo sul nascere, ma devo dire che purtroppo non sempre troviamo le porte aperte, fatichiamo molto a far passare il messaggio che la prevenzione e il lavoro con i bambini è fondamentale per impedire che si sviluppino fenomeni come la baby criminalità». Non c’è un identikit socioeconomico in cui questi fenomeni tendono a svilupparsi di più: «Le famiglie di provenienza di questi ragazzi sono le più normali, non c’è qui da noi un’area in particolare, né etnica né economica né sociale. I ragazzi delinquono perché non hanno il senso del limite». Secondo Maiolo il fenomeno delle baby gang è destinato a crescere se non si interverrà sugli adulti: «Occorre arrestare il degrado etico e morale in cui il mondo degli adulti si è indirizzato. Smettere di pensare che se ne debba occupare qualcun altro, siamo noi tutti che dobbiamo dare una risposta». È dunque di adulti che hanno bisogno i ragazzi, adulti che sempre di più faticano a crescere e a farsi punto di riferimento: «La nostra è sempre di più una società di “adultescenti”, adulti che restano ragazzi a oltranza e che non sono in grado di essere un punto di riferimento per le nuove generazioni».

(al.ba.)

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