Assistenza

Badanti con il Green Pass, tempi d’attesa più lunghi

L'allarme di Giovanni Franchini, presidente di Auxilia: «È sempre più difficile trovare personale qualificato e dal 15 ottobre con il vaccino. C’è un problema di ricambio generazionale»


Antonella Mattioli


BOLZANO. «Dal 15 ottobre l’obbligo di Green Pass riguarderà anche le badanti. Com’è giusto che sia, visto che assistono persone anziane e fragili. Il decreto Draghi prevede che possano avere la vaccinazione o il tampone non più vecchio di 48 ore. Ma le famiglie le vogliono “sicure”, ovvero vaccinate. Una richiesta più che comprensibile difronte al rischio di contagiare le persone che assistono. Questo però sta allungando i tempi d’attesa per trovare la badante che sia qualificata e vaccinata». Chi parla è Giovanni Franchini, presidente di Auxilia, il consorzio sociale di Bolzano specializzato nella ricerca, selezione, gestione di badanti.

In base ai dati forniti dall’Inps, nel 2016 in Alto Adige erano circa 6.800. In parte arrivano nelle famiglie con il passaparola; in molti casi però, chi ha bisogno preferisce rivolgersi ad associazioni o cooperative per avere la garanzia di trovare la persona più adatta e, nel caso non lo sia, di poterla sostituire.

È vero che molte badanti non vogliono fare il vaccino?

Il problema esiste. Ma - ripeto com’è giusto che sia - per lavorare è necessario farsi immunizzare. Noi gestiamo circa 250 badanti e le nostre coordinatrici hanno fatto un lavoro importante di informazione e sensibilizzazione. Anche chi era contraria o per lo meno scettica, ha capito.

Ma se una rifiuta di farsi vaccinare e non vuole fare neppure il tampone, è considerata assente ingiustificata senza stipendio.

Nel caso di una badante, la parte “grigia” del contratto consente di licenziarla, perché viene meno il rapporto di fiducia.

Voi che lista d’attesa avete?

Abbiamo 30-40 famiglie che attendono una badante.

E i tempi?

Fino a qualche anno fa, si poteva avere subito. Oggi i tempi d’attesa per trovare la persona con le caratteristiche richieste si sono allungati notevolmente: si parla in media di 3-4 settimane.

Questo a causa dell’obbligo di Green Pass?

No. Il problema è che abbiamo sempre più difficoltà a trovare personale qualificato.

Come si spiega?

C’è un aumento progressivo dell’invecchiamento della popolazione e quindi della domanda di assistenza. Anche perché le case di riposo - causa limitazioni Covid e riduzione del personale che rifiuta la vaccinazione - hanno difficoltà ad ammettere nuovi ospiti. A questo si aggiunge il calo dell’offerta.

Significa che dall’Est non arrivano più?

Non c’è un ricambio generazionale: le giovani che partono dai loro Paesi, oggi vanno in Austria o in Germania dove sono pagate di più.

Come se ne esce?

Stiamo discutendo con la Provincia, per creare la qualifica di assistente familiare, prevista dall’ultimo contratto. Credo che ci sarebbe interesse anche in loco per questa professione. Ciò eviterebbe di dover importare tutta la manodopera dall’estero.













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