LA CONFESERCENTI 

Bar e ristoranti, «occorre pazienza» Negozi: si punta tutto sulle svendite

Ad entrare in palestra, in questi giorni, ci si sentirà soli. "Uno e uno" dicono infatti i decreti provinciali: un istruttore e un cliente. Basta. Che gli spazi siano di duemila metri o di dieci. Ci...



Ad entrare in palestra, in questi giorni, ci si sentirà soli. "Uno e uno" dicono infatti i decreti provinciali: un istruttore e un cliente. Basta. Che gli spazi siano di duemila metri o di dieci. Ci sarà l'eco ad accompagnare gli esercizi. E sperare di non soffrire di depressione. "Io già rischio di mio" ammette invece Ivo Dalpasso. La sua palestra è la "Eden 2000" in via Cesare Battisti. Una struttura media: 500 mq. Insomma, non piccola. Ci sono ambiti, stanze per attrezzature specifiche. Così, più che sentirsi soli i clienti, è lui che si sente lasciato solo. "Siamo le uniche attività commerciali ad essere finiti in questa situazione" dice sconsolato. Perché si tratta già del secondo lockdown che l'ambito subisce. Prima a marzo, adesso la seconda ondata. La quale, fino a ieri, riguardava un po' tutti. Poi, dopo l'annuncio della riapertura post zona rossa natalizia, Ivo Dalpasso e tutti i suoi colleghi gestori o proprietari hanno avuto un regalo che non si aspettavano: dentro la carta natalizia con nastri e aghi di pino riportante l'annuncio della riapertura dell'attività c'era il carbone delle limitazioni. Una doccia gelata dopo la speranza. Per chi lavora nel settore non è uno scherzo. Ci sono centinaia di dipendenti, solo a Bolzano, collaboratori a casa da mesi, imprenditori costretti a rompere contratti preziosi e a provare a sopravvivere. Pochi i ristori. Nessuna prospettiva a breve o medio termine.

-(domande in neretto dopo il trattino) Ivo Dalpasso, sostegni?

"4000 euro. Ma dallo Stato. Dalla Provincia non ho visto nulla".

-Questo adesso. E a marzo?

"Lo stesso. Qualche migliaia di euro ma sempre da Roma. Dai nostri nulla".

-E lei?

"Ho provato a chiamare decine di volte Kompatscher o Achammer. Niente. Rispondevano le segretarie: "Ci spiace, è la pandemia". Ma mi chiedo? E tutto il resto del commercio? Per gli altri non c'è?"

-Cosa intende?

"Mi vengono in mente le seggiovie. Anche per loro dovrà salire solo un cliente alla volta? E nei bar in montagna, tutti seduti e ordinati? Non ci credo".

-Vi sentire vittime di una ingiustizia?

"Pienamente. Capisco un decreto che differenzi: locali piccoli poche persone, palestre grandi o grandissime più clienti. Magari distanziati nelle varie stanze".

-Da quando siete chiusi?

"Io , che per fortuna lavoro solo, senza dipendenti, al 31 gennaio sono 1oo giorni adesso che sto chiuso. A marzo anche. Alla fine sono stati 180 giorni in un anno. Speravamo nella riapertura. Ma così è una presa in giro".

-Perché?

"Il calcolo è semplice. Con un solo cliente nei miei 500 metri posso sperare in cinque persone al giorno. Tante?".

-Voi avete sempre rispettato i protocolli?

"Sempre. Tutto igienizzato, distanziamenti, due termometri, uno all'ingresso e uno mobile, mascherina inutile perchè sarebbe difficile visti gli sforzi ma il distanziamento rigido era ben superiore ai due o tre metri per cliente".

-Le palestre, dicono, sono possibili luoghi di contagio...

"Affermazione smentita dai numeri. Secondo le ultime rilevazioni ufficiali il tasso di positività rilevata dentro gli impianti è dello 0,78 ogni centomila persone che li frequentano. Più basse di così le possibilità...".

-Come se lo spiega dunque tutto questo?

"Forse col fatto che non abbiamo rappresentanze che facciano pressioni. Ce l'hanno i commercianti, pure le piccole imprese con Cna, e tutte le altre categorie. Noi no, perchè siamo servizi. Io lavoro solo. Faccio 14 ore al giorno. Mi sbatto. Tengo tutto a posto e pulito. Non è giusto questo accanimento".

-Da quando ci lavora?

"Ho 51 anni. Una lunga esperienza. Sono titolare della "Eden 2000" dal 1993. Ma sono trent'anni che faccio palestra e istruzione". -E adesso?

"Vedo buio. E non so più a che santo votarmi. Ho clienti con l'abbonamento che sarò costretto a far recuperare in futuro, non me la sento di abbandonarli dopo che mi hanno dato fiducia. Ma con un cliente, solo, ogni due ore era meglio tenerci chiusi e addio...". ( p.ca.













Altre notizie

Attualità