L’aliquota resta in Alto Adige ma è fissata da Roma. Palazzo Widmann: non si può intervenire

Benzina, 150 milioni l'anno a Bolzano



BOLZANO. Anche ieri un aumento di benzina e gasolio. Quattro millesimi di euro la prima e 7 millesimi il secondo, schizzati a 1,754 a 1,742 euro al litro servito. Questo il prezzo applicato all'Agip. Un rincaro talmente forte, che i clienti cominciano a disertare i distributori. La Provincia gela chi chiede una diminuzione della accisa sui carburanti: «Non è nostra competenza, viene fissata dallo Stato». Si corre ai ripari invece per scongiurare il salasso sui cittadini per il rincaro dell'accisa sull'energia elettrica. Già ieri si è mossa la Provincia di Trento con una giunta straordinaria, dovrebbe intervenire nelle prossime ore anche Palazzo Widmann con provvedimento di giunta e legge provinciale. L'allarme sulla diminuzione di clienti ai distributori arriva dalle associazioni di categoria. «Non ho mai sentito tante proteste come in questi giorni. Iniziamo a vendere meno», spiega Emanuela Passerini, vicepresidente della Faib. Conferma Wolfgang Angerer, presidente della Figisc: «Aspettiamo fine gennaio per un primo bilancio delle vendite dopo la stangata dell'aumento dell'accisa decisa dal governo a fine anno. La diminuzione è certa, d'altronde con certi prezzi sarebbe strano il contrario». I benzinai denunciano: accisa e Iva pesano ormai sul costo del carburante con un 65-67%. CARO BENZINA. L'accisa sui carburanti porta una discreta quantità di denaro nella casse provinciali. 150 milioni l'anno scorso. Proprio per questo c'è un pressing su Palazzo Widmann per diminuire l'aliquota e ridurre il costo alla pompa di benzina. «Non è possibile», spiegano alla ripartizione Finanze, «l'accisa è uno dei tributi che viene restituito alla Provincia al 90%, ma su cui non abbiamo possibilità di manovra». Ciò che la Provincia fa è rimborsare parte del costo ai residenti dei Comuni di confine entro i 20 chilometri, per evitare il pendolarismo dai benzinai austriaci e svizzeri e la perdita di introiti a Palazzo Widmann dalla accisa (rimborsato il 95% della differenza ai residenti entro 10 chilometri dal confine e il 70% tra 10 e 20 chilometri). Non potendo ridurre la accisa, la giunta provinciale sta pensando di allargare la fascia di residenti cui riconoscere il bonus per le località di confine. «E' in corso uno studio su questo tema e il mese prossimo avremo i risultati», ha spiegato l'assessore Thomas Widmann ieri in consiglio provinciale. La Provincia ha anche aumentato i contributi per i pendolari, «ma dobbiamo stare attenti, perché le richieste arrivate sono cresciute dell'11%», riferisce Widmann. CARO ELETTRICITA'. La giunta provinciale deve decidere come rimediare a una delle conseguenze del decreto Monti su cittadini e imprese dell'Alto Adige. Nel 2011 il governo aveva abolito solo per le Regioni ordinarie le addizionali provinciali e comunali sull'energia elettrica, aumentando l'accisa erariale statale. Il governo Monti ha emanato ora una circolare che prevede l'aumento dell'accisa anche per Bolzano e Trento. Le due Province però avevano conservato le addizionali provinciali e comunali. Risultato, gli altoatesini rischiano la stangata: bollette con aumento di accisa nazionale e in più le addizionali locali sparite da un anno nel resto d'Italia. Come deliberato ieri da Trento, a fianco dei maggiori introiti dell'accisa statale, la giunta provinciale dovrebbe deliberare l'annullamento dell'addizionale provinciale e di quella comunale. L'anno scorso l'accisa erariale statale ha portato a Palazzo Widmann 6 milioni. Altri 16 milioni sono stati il gettito dell'addizionale provinciale, cui vanno aggiunti 5,5 milioni di addizionale dei Comuni. (fr.g.)

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