Bianchi: «Aeroporto, no a denaro pubblico per farlo funzionare»

Il sindaco: vigileremo anche sulla lunghezza della pista «Il referendum è stato chiaro, diverso il discorso dei privati»


di Bruno Canali


LAIVES. Vinto il referendum per dire no al finanziamento pubblico dell’aeroporto di San Giacomo, il comitato "No Airport" non ha comunque smobilitato e anzi, sta seguendo con attenzione gli sviluppi recenti che parlano di una cordata che sarebbe pronta a prenderne in mano la gestione.«"Facciano pure - ha già sottolineato dalle ferie, dove si trova, il sindaco di Laives Christian Bianchi - ma sulla questione aeroporto, non molliamo di un millimetro. Il referendum, tra le altre cose, ha espresso un chiaro no al finanziamento pubblico. Nella eventuale cordata di privati interessati non ci dovranno essere istituzioni che vivono con soldi pubblici, né direttamente né indirettamente. Quindi non ci dovrà essere la Camera di commercio, associazioni varie di categoria, partecipate o indirette della Provincia, istituti di promozione turistica o di marketing territoriale. Su questo mi impegno a vigilare, perché quello che è stato buttato dalla porta non si tenti di farlo rientrare dalla finestra. Se poi questa cordata di privati ci fosse, e con i suoi soldi vogliano rimettere in piedi un collegamento con Roma, o con un altro aeroporto internazionale, come già è stato per anni, non ho nulla da dire. Ma senza soldi pubblici e senza allungamento della pista».

Scettico anche Rosario Grasso, uno dei promotori del comitato No Airport: "Sintomatico il fatto che questi che si dicono interessati, lo siano solo per una gestione e non per un acquisto; non vorremmo quindi che fosse tutto un giochino per rientrare, confidando come sempre nei finanziamenti pubblici. A tale proposito il referendum e il suo risultato sono stati chiari direi e staremo a vedere cosa succederà. Noi, alla bisogna, siamo sempre pronti per ritornare in strada come prima per far rispettare la volontà popolare".

Riprende il dibattito anche sui social in questi giorni, fra chi ribadisce che si sapeva fin dall’inizio che non sarebbe finita con il referendum e chi però sottolinea che il risultato della consultazione dovrebbe essere vincolante anche per la Provincia che il referendum aveva promosso e che aveva raggiunto il quorum fissato. «Molti si aspettavano che le istituzioni capissero il messaggio intrinseco - dice ad esempio Omar Felicetti intervenendo nella discussione su facebook - e cioè che l’aeroporto non lo vogliamo punto e basta, ma il referendum era vincolante solo per il pubblico». Insomma, il clima, fra coloro che hanno votato no al referendum sul finanziamento pubblico dell’aeroporto di San Giacomo è quello di attesa; attesa di vedere se, effettivamente, i privati saranno in grado di far funzionare la struttura esclusivamente con i loro soldi e come dichiarato a questo giornale dall’imprenditore Josef Gostner «con due voli per Roma e 50 passeggeri a bordo, l’aeroporto può iniziare a camminare con le proprie gambe».













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