Bizzo: primarie per le politiche

L’esponente della minoranza: «Il Pd guardi al centrosinistra». Di Fede non si candida per la segreteria


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Quali candidati e con quale progetto? Il Pd scalda i muscoli in vista del doppio appuntamento, le elezioni politiche (tra 2017 e 2018) e le primarie per la scelta del segretario nazionale e provinciale del partito. Doppio fronte. Sulle elezioni politiche, come scritto in questi giorni, qualche nome inizia a circolare, in primis il pressing per la ricandidatura di Gianclaudio Bressa, che al senato nel collegio Bolzano-Bassa Atesina dovrebbe garantire una fase di transizione dopo l’addio alla politica del senatore Karl Zeller (Svp), la cui non ricandidatura è certa.

LA SFIDA DI BIZZO. Dalla minoranza Pd, «ma vorrei capire se oggi c’è una minoranza e maggioranza», Roberto Bizzo si fa sentire. Un tempo renziano doc, dalla sconfitta dell’ex premier al referendum costituzionale Bizzo ricava la convinzione che «il Pd deve pensare seriamente a ciò che intende essere. Per me resta una certezza: il nostro progetto deve essere di centrosinistra». Così Bizzo sulle possibili candidature alle elezioni politiche: «Prima si decide il progetto, poi le persone che lo possono declinare. Il Pd deve guardare al centrosinistra, non in opposizione alla Svp, ma per rappresentare la comunità italiana. Ci servono persone efficaci come punto di contatto tra il Pd nazionale e il territorio. Ci servono eletti capaci di rappresentare la realtà altoatesina come è nei fatti, non come un idilliaco luogo post langeriano in cui non esistono un gruppo italiano e uno sudtirolese, con pesi diversi». Bizzo indica un modello: «Avanti con la felice intuizione della candidatura del sindaco Carmaschi, il che significa non solo Pd, ma certamente non avventure trasversali che arrivano al centrodestra». Bizzo esclude di essere interessato alla candidatura alle politiche: «Non ho intenzione di lasciare Bolzano». Si giocherà la sua partita sulle provinciali. Sulla scelta dei candidati Bizzo anticipa: «Chiederemo le primarie, come è stato fatto nel 2013 per la composizione della lista delle ultime politiche». Non primarie a prescindere, chiarisce: «Dipenderà dalla legge elettorale, se in Trentino Alto Adige resteranno i collegi uninominali previsti dall’Italicum o se la legge cambierà anche per noi, come per il resto d’Italia».

I VERTICI DEL PD. La segretaria del Pd Liliana Di Fede è sostenitrice convinta delle primarie.Se sono state organizzate primarie per il candidato sindaco di Bolzano, lo si deve anche a Di Fede. Sulle elezioni politiche anticipa: «Se avremo una legge elettorale che le renda sensate, assolutamente favorevole a svolgerle». Di primarie si parlerà invece in casa Pd per la nuova segreteria provinciale. Date per il momento non ce ne sono. Liliana Di Fede non ci sarà: «Non mi ricandido come segretaria», annuncia. Nel Pd da tempo si parla del ricambio ai vertici. I maligni sostengono che questo sia l’unico punto di contatto tra i rivali Tommasini e Bizzo. Ma chi scalpita per un cambio di passo rischia di trovarsi a corto di nomi. Mentre per le politiche non mancheranno gli aspiranti onorevoli (più complicato sarà trovare candidati all’altezza) per l’incarico (non retribuito) di segretario del Pd i sondaggi finora stanno andando a vuoto. Non sarebbero disponibili possibili candidati segretari come Juri Andriollo e Alessandro Huber. Troppo lavoro da svolgere, in aggiunta alla propria attività professionale, aggravato dall’avere i due dipendenti del Pd in cassa integrazione. Mentre un altro nome che circola è Luigi Tava, si chiama fuori la vice segretaria Nadia Mazzardis, che sorride amaro: «C’è molta attesa per il nuovo corso della segreteria provinciale, ma non vedo una coda di aspiranti... Non ci sarò nemmeno io, sia chiaro. La segretaria Di Fede ha potuto contare su una piccola squadra della segreteria che le ha dato una mano, persone come me e Aneta Ngucaj. Solo così puoi gestire un partito, che richiede molto tempo a titolo puramente volontario. Non funziona l’uomo solo al comando, la politica è molto più complessa. E allora dico che prima andrà ricostruito lo spirito di squadra, poi spunterà anche il segretario. Ma il primo requisito di una squadra è non accoltellarsi alle spalle». Infine una stoccata. Così Nadia Mazzardis: «Abbiamo incassato dosi di sarcasmo nei confronti della segreteria che era più “operativa” che politica. Sarà, ma abbiamo vinto le comunali di Bolzano e anche sul referendum ce la siamo più che cavata». In vista del congresso provinciale verrà costituito un gruppo di lavoro per la modifica dello statuto del Pd altoatesino. Obiettivo, evitare una nuova guerra di ricorsi sulla costituzione dell’assemblea provinciale.

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