Bolzano carissima, appello del Rettore alla festa di laurea 

La cerimonia. I diplomi di Economia, Design, Scienze e Informatica Paolo Lugli: «Spero che i vostri successori in queste aule siano più  fortunati di voi che avete speso una fortuna per alloggiare a Bolzano»



Bolzano. Unibz se ne è uscita. E ben dentro la città, proprio nel mezzo. Via dalla turris eburnea per far vedere quello che sa fare: per ora altri 130 ragazzi laureati, tra breve e magistrale (Economia, Design e Arti, Scienze e Tecnologie, Scienze e Tecnologie informatiche) col loro "tocco" blu e 21 professori nel sole di piazza Walther.

Dopo una marcia in corteo lungo il centro, partendo da piazza Università, sulle note della Marching Band dei "Revensch".

Questa storia del "tocco" ( il copricapo accademico) è nuova per i nostri atenei e li fa calare nel pieno di quel mondo anglosassone fatto di famiglie commosse, flash domestici, folle plaudenti e lanci di cappelli.

Ma, per Bolzano, vuol dire anche che Unibz inizia a far parte del tessuto urbano.

Un dato: molti neolaureati non erano presenti alla cerimonia per la semplice ragione che stavano già lavorando, in Italia o nel mondo, dunque erano stati subito assunti. Cosa non semplice, in verità, e che spiega perchè il nostro ateneo sale così spesso e così in fretta nel ranking delle piccole ma buone. Poi il fatto che sia trilingue. "Costa fatica - ha sorriso il rettore Paolo Lugli, rivolto alla platea col tocco - ma alla fine avrete una carta in più da giocarvi". E al rettore si è aggiunto il presidente Arno Kompatscher: "La questione delle lingue che qui si imparano insieme alle materie di studio è anche un valore aggiunto che questa terra vi offre: la Lub è trilingue perchè qui siamo in una provincia con più culture che convivono in pace. Ecco, spero che anche questa eredità vi accompagni. Un lascito che prescinde dai libri ma che da il senso di un percorso comune...". Il sindaco Renzo Caramaschi, davanti a questo tripudio blu, si è lasciato andare ad un saluto in francese (" l'ho studiato al posto dell'inglese...") e ai ricordi della sua laurea col cappello giallo (economia): "Ora avete concluso un percorso ma ricordatevi: nel lavoro cercate di imparare e impegnarvi fino all'ultimo giorno". Ma stare dentro la città, finalmente, induce l'università anche a dire pane al pane. Ad esempio il carovita. Che è un nodo che non si riesce a sciogliere. Conosciuto da secoli dai bolzanini sulla loro pelle ma che ogni volta stupisce chi giunge da fuori. "Spero che i vostri successori in queste aule - ha detto ad un certo punto il rettore - siano più fortunati di voi che avete speso una fortuna per alloggiare a Bolzano". Per Lugli questo è un tasto dolente. Ma che, appunto, continua a battere. In sostanza: una delle criticità rispetto al possibile sviluppo della Libera Università in termini di iscrizione è il costo degli affitti. Alti, altissimi. Ai quali neppure i professori, oltrechè gli studenti, sono abituati. E che frenano gli arrivi e le adesioni. Speriamo che le promesse di Provincia e Comune vadano in porto, ha concluso Lugli. "Beh, stiamo lavorando. E molto. Anzi - ha risposto il sindaco - si è già avviato il percorso per le variazioni urbanistiche. Ci sono molte offerte da parte di privati. Le stiamo valutando. Occorre sicuramente aumentare il numero di studentati". Così Caramaschi. Ci vorrà ancora qualche tempo ma sembrano in arrivo. Ufficiosamente sono al vaglio, in Comune, location in via Rosmini, in via Carducci, e poi nella zona di via Volta e anche in via Galilei-via Grandi. Vicino alla nuove, costruenda sede di ingegneria. P.CA.













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