SBALLO IN MASCHERA

Bolzano, carnevale alcolico: cinque ragazzini in coma etilico

Malori, denunce e polemiche dopo la festa con la birra e gli alcolici a un euro in un bar del centro città



BAR HAIDI: GUARDA LE FOTO

BOLZANO. Sono le 10 e davanti al bar Haidi di via Renon c’è già ressa. Un’ora dopo il locale è irraggiungibile: c’è una muragliaia umana circondata dalle transenne e guardata a vista da polizia, carabinieri, Finanza, vigili. Sono tutti giovanissimi conquistati dall’idea di bere a prezzi stracciati. Un euro per la birra e il superalcolico Wotan Wodka.
 Nonostante gli appelli a vietare l’iniziativa, la festa di giovedì di grasso a base di alcolici e superalcolici al bar Haidi inizia regolarmente alle 6 di mattina. Ormai è un appuntamento fisso: stavolta pubblicizzato anche su facebook. Il sindaco ha detto di non avere il regolamento, previsto dalla legge provinciale, per intervenire, però ha disposto un’intensificazione dei controlli in tutta la città, e in particolare in via Renon. La cosa ha evitato problemi di ordine pubblico, ma, se possibile, ha reso ancora più pesante il fenomeno dell’abuso di alcolici tra giovanissimi. Ieri cinque ragazzini, tra i 15 e i 17 anni, sono finiti in ospedale in coma etilico: i primi due già in mattinata. Decine i malori. Cinque i ragazzi, tra i 17 e i 18 anni, denunciati dai vigili per ubriachezza molesta, tre segnalati per violazione del regolamento di polizia urbana, perché urinavano nel parco dei Cappuccini. «Stiamo assistendo - commenta il comandante Sergio Ronchetti - ad un aumento esponenziale dei consumi: sembra che gli adolescenti si divertano solo se si ubriacano. Se poi c’è chi vende birra ad un euro, la situazione si aggrava». Nonostante le critiche Patrick Stampfer, gestore del locale, difende quella che definisce “un’iniziativa promozionale come altre”. Come altre, ma più remunerativa, visto che l’incasso gli consente anche di dotarsi per l’occasione del servizio d’ordine privato, che controlla le carte d’identità, gli zaini dei clienti e se qualcuno arriva ubriaco viene allontanato. Giubbotti neri con la scritta rossa «Red security group», le quattro guardie private hanno un gran lavoro a regolamentare l’ingresso al locale praticamente inaccessibile vista la presenza di centinaia di persone. «Si beve, ci si diverte, si spende poco»: sintetizza Hannes Wiedenhofer che, seppur con grande sforzo, è riuscito a conquistarsi una birra. La prima, l’ultima? «Certe domande non si fanno». «La birra venduta a prezzo stracciato ovviamente invoglia - ammette Gerhard Seferi - a bere di più. Ma siamo a Carnevale, bisogna divertirsi». Per Obelix, alias Alexander Martinelli, il bar Haidi è un appuntamento fisso oltre che a Carnevale, all’inizio e alla fine della scuola: «Tre volte all’anno si può anche esagerare. A me poi l’alcol serve a superare la timidezza». Per Gabriel Rossi bere è sinonimo di divertimento. «Se poi costa poco, meglio ancora». Andrea M., fan di Michael Jackson, al bar Haidi è andato solo per vedere degli amici, però rinuncia. «Troppa gente, impossibile anche solo arrivare all’entrata». In attesa di quelle vere Maria, Sabrina, Barbara si accontentano degli occhiali a forma di pinta. Ma c’è anche chi non vuole aspettare, come le quattro amiche che si stanno scolando una bottiglia di spumante comprata a pochi euro al supermercato













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antonella mattioli

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